Sebastiano Amato, un prete di origini siciliane, che nel piccolo villaggio di Kilomoni (Repubblica Democratica del Congo) ha realizzato un orfanotrofio, salvando tanti piccoli che a causa della perdita delle madri sarebbero destinati a soccombere per carenza di cure ed alimenti, se ne prende cura.
Una scelta “normale”, quella di Sebastiano. Come fanno tutti coloro che in silenzio, con discrezione e determinazione, lavorano a progetti di solidarietà in luoghi difficili come la Repubblica Democratica del Congo.
Una situazione drammatica quella di questo paese dove i conflitti locali (nel nord si contano ben 50 gruppi armati) hanno effetti drammatici sulla popolazione, causano tantissime morti e un’infinità di profughi e campi di sfollamento. I gruppi assaltano villaggi, uccidono, violentano, rapiscono bambini per farne validi soldati.
Il sacerdote fa sì che Miracle apprenda a scrivere con le dita dei piedi, ed il piccolo impara superando i vari ostacoli di una scuola che non lo voleva e raggiungendo ottimi livelli tanto da essere considerato tra i più bravi della classe.
Ma Miracle non sorride, si sente differente dagli altri bambini ed è consapevole che la sua menomazione lo rende ulteriormente “diverso”. Bisogna trovare una soluzione che ne migliori la qualità della vita, una protesi.
Amato parla con un suo grandissimo amico, Mario, un pediatra che fa il volontario presso il centro CARA di Mineo con dedizione e professionalità, nonostante il clima di sfruttamento e/o di xenofobia che circonda questi Centri.
Ma documentazioni e viaggio per il piccolo e la madre costano ed allora via con il telefono. Mario ripercorre le sue amicizie chiedendo un sostegno economico. Rispondono – con uno slancio di solidarietà – due associazioni pediatriche, FIMP e PAIDOS.
E così avviene il miracolo per Miracle, che oggi ha due protesi che gli permettono di scrivere anche con le mani. E modificano la qualità della sua vita. E Miracle, finalmente, sorride!
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