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Per una Catania aperta e solidale

Un grande tendone in piazza Stesicoro, da oggi 18 febbraio fino a sabato 23. E uno striscione con la scritta “Catania Città Aperta e Solidale”.

Di fronte alla crescita di xenofobia e razzismo, molte associazioni che operano nel sociale, riunite in due reti, Rete Antirazzista Catanese e Rete Restiamo Umani/Incontriamoci, hanno deciso di confrontarsi con la Città, organizzando dibattiti e momenti informativi.

L’intenzione è quella di fornire, senza retorica, dati veri e concreti che permettano di capire un fenomeno complesso come quello della migrazione.

Il tema dei migranti, da tempo al centro del dibattito nazionale, viene infatti quotidianamente utilizzato in modo strumentale.

E’ stata innanzi tutto costruita l’idea della “invasione”, sebbene in Italia – tanto per fare un esempio – il numero di rifugiati accolti sia, rispetto al totale della popolazione, uno dei più bassi in Europa. Lo scrive e lo illustra con un grafico il Sole24ore.

Nonostante nel nostro paese, in base ai dati dello stesso ministero degli Interni, i reati siano in diminuzione, l’arrivo e la presenza degli immigrati vengono continuamente utilizzati per enfatizzare paure e insicurezze.

Non a caso l’attenzione si è concentrata sugli sbarchi che, anche quando erano, nel passato, più consistenti, rappresentavano, comunque, una porzione decisamente ridotta rispetto al numero complessivo di ingressi nel nostro paese.

Un’attenzione mediatica esaltata dalla chiusura dei porti, voluta e praticata dall’attuale governo Cinque Stelle/Lega, mentre il Mediterraneo è diventato un enorme cimitero e in Libia i migranti, che fuggono da guerre e fame, subiscono nei “lager di stato” ogni tipo di violenze.

Il Tendone proverà a rovesciare questo falso racconto, a dimostrare che è possibile, e utile, una politica dell’accoglienza; che la cosiddetta legge sulla sicurezza produrrà ulteriori contraddizioni, aumentando il numero di “clandestini”.

Cancellando, infatti, gran parte delle forme di protezione umanitaria, questa legge sta trasformando in immigrati illegali migliaia di persone che già vivono, studiano, lavorano o si formano in Italia.

Il frequente riferimento del ministro Salvini al fatto che saranno rispediti a casa loro è, d’altra parte, un bluff perchè i rimpatri costano troppo, richiedono tempi lunghissimi e non sempre sono possibili.

Quanto al CARA di Mineo, voluto da Maroni, che militava e milita nello stesso partito di Salvini, deve essere chiuso perché è una struttura segregante all’interno della quale i più elementari diritti di convivenza non sono garantiti, non certo perché rappresenta un invidiabile “luogo di villeggiatura”.

Ospiti del Tendone saranno anche i componenti dell’equipaggio della Sea Watch, perché le associazioni antirazziste stanno con chi salva vite in mare.

Il programma della settimana, dalla assemblea di presentazione ai laboratori agli spettacoli musicali, si può trovare a questo link

Argo

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