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Ancora su 'CamminaMenti, esperienze di migrazioni a confronto'

Cultura del dono e bene comuneCultura del dono e bene comuneRiteniamo opportuno fare alcune precisazioni in merito all’articolo pubblicato ieri l’altro sui tanti convegni relativi a tematiche legate all’immigrazione.
Tenendo fermo il punto sul fatto che l’utilizzo, peraltro legittimo, di finanziamenti pubblici, soprattutto europei, non sempre si accompagna alla qualità dei corsi organizzati, entriamo oggi nel merito del convegno organizzato da Performat.
Questo convegno, “CamminaMenti- esperienze di migrazioni a confronto”, è infatti un’iniziativa interamente autofinanziata senza alcun utilizzo di fondi pubblici, sebbene sia stata citata nella lettera della nostra lettrice, insofferente verso il proliferare di convegni sui migranti.
Sui contenuti del convegno, abbiamo ricevuto, inoltre, un resoconto che esprime un diverso punto di vista e che abbiamo deciso di pubblicare, per una informazione più esaustiva.
La scarsa inclusione dei migranti nel nostro territorio e la persistenza di elementi di intolleranza sono stati evidenziati dal primo intervento, di carattere sociologico. E’ stato quindi evidenziato che, dietro la “disponibilità” ad accogliere solo rifugiati e vittime, si nasconde il rifiuto verso coloro che – i cosiddetti migranti economici – vengono in Italia con un progetto di vita. I rifugiati e le vittime non hanno un progetto: loro fuggono.
Quanto all’enfasi che accompagna il fenomeno dei migranti che ‘invadono’ l’Europa, è stato sottolineato come solo il 3% degli Africani che si spostano dai loro territori arriva in Europa. La maggioranza preferisce emigrare nei paesi vicini. E’ per questa ragione che spesso – fra coloro che hanno necessità di migrare – giunge in Europa chi ha più risorse e più determinazione nell’affrontare rischi che possono portare alla morte.
I dati attuali, inoltre, ci dicono che la Sicilia, in precedenza terra di transito, è più diventata sempre più il luogo dove molte persone pensano di rimanere. Lo stesso dicasi dell’Italia, che non è più paese di transito anche perchè si è trasformata in una trappola.
Il taglio più emozionale di alcuni interventi successivi è congruente con le caratteristiche della Performat, società di formazione psicosociale e counselling. Anche perchè, a determinare la migrazione, è spesso un evento spiazzante o traumatico che porta le persone a mettere in atto strategie di uscita, fra cui quella della fuga dal proprio Paese.
L’esperienza del MEDU, Medici per i diritti umani, al momento dello sbarco e nei Centri di Assistenza Straordinaria, riporta che oltre il 90% è vittima di violenze, il 70% delle quali nelle carceri libiche. L’assenza dell’anagrafe nei loro Paesi spesso determina che la data di nascita indicata nei primi documenti sia il primo di gennaio di un anno che si ricostruisce sulla base dell’età che dichiarano.
Nel pomeriggio la tavola rotonda ha dato la possibilità di ascoltare l’esperienza di accoglienza dei migranti nell’isola di Lampedusa, e di conoscere l’attività del Tribunale per i minorenni di Catania.
In attuazione delle direttive europee, confermate di recente dall’ultima normativa nazionale, il Tribunale pone in essere – da molti anni – azioni di ascolto, tutela e protezione dei Minori Stranieri Non Accompagnati, che a migliaia ogni anno sbarcano nelle coste della Sicilia orientale (oltre il 40% dei MSNA che arrivano in Italia). Questi giovani stranieri vengono posti alla pari con i minori di cittadinanza italiana.
Ampio spazio è stato dato ai progetti dei migranti e alle sofferenze di cui sono portatori, come riportato anche dall’esperienza del Servizio di Psichiatria transculturale, nella speranza che crescano una politica e una sensibilità proiettate verso piena accoglienza e inclusione.

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Argo

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