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Alberi e siepi, potati o capitozzati?

Alcuni cittadini apprezzano gli interventi del Comune sul verde pubblico adiacente le loro abitazioni, anche quando si tratta di interventi non rispettosi delle piante e del paesaggio cittadino.
Un nostro lettore, Antonio, abitante nei pressi di Via Pietro Novelli, ci ha scritto – ad esempio – di essere “felicissimo che finalmente il Comune (assente in questo quartiere) stesse sistemando il degradato parco”, vale a dire l’area verde delimitata dalla siepe di via Pietro Novelli.
La sua soddisfazione per la potatura di alberi che definisce ‘pericolosissimi’ e sopratutto della siepe che delimita la strada, gli ha reso inaccettabile la lettura, sul quotidiano La Sicilia, del Comunicato “Motosega selvaggia contro le siepi” firmato dal Coordinamento Verde e Salute.
Un Comunicato abbastanza duro verso l’Amministrazione e in particolare verso chi ha la responsabilità di curare il verde urbano, ma che non convince il nostro lettore.
Chi ha scritto il Comunicato, a suo parere, dimostra di non essere del luogo e quindi non al corrente di quello che accade ‘oltre la siepe’, vale a dire “auto rubate, spaccio e altro…”. Attività illegali che “la polizia che transita dalla strada era impossibilitata a vedere” proprio a causa della siepe fino ad ora abbandonata a se stessa.
“Magari si potasse spesso questa siepe e sopratutto si potassero gli alberi arrivati in altezza a superare gli edifici creando grossi pericoli sia per i frequentatori del parco sia per i mezzi posteggiati”, conclude Antonio.
Non tutti cittadini sono dello stesso avviso, non tutti approvano il tipo di intervento realizzato dalle squadre di manutenzione del Comune. Alcuni si lamentano, per esempio, del taglio – apparentemente ingiustificato – di alcune jacarande di via S. Euplio, oppure della siepe di bouganville ‘azzerata’ sulla via Marchese di Casalotto.
Ma cerchiamo di capire cosa denuncia il Coordinamento e di cosa ritiene responsabile Comune. Innanzi tutto delle “brutali capitozzature operate ai danni delle alberature di numerose piazze e strade di Catania”, estese di recente anche ai “cespugli che formano le bordure delle aiuole e dei muri”.
Soprattutto il trattamento riservato a siepi e cespugli dimostra – a parere del Coordinamento – l’inconsistenza delle motivazioni addotte da parte degli operatori, che le “drastiche potature” siano generate da motivi di sicurezza.
Da un cespuglio non accadrà certo che “un ramo possa cadere sulle teste dei passanti”.
La motivazione potrebbe essere più banale: per alcuni anni gli operatori non dovranno d’intervenire. Questo comporterà anche dei risparmi, e pazienza se la siepe “in futuro si svilupperà in maniera più disordinata di prima”.
Quello che si denuncia è quindi non l’intervento in sé, ma il modo con cui viene compiuto, senza rispetto per le piante e quindi per la natura.
“Fa rabbia assistere inermi alla devastazione del patrimonio arboreo cittadino – leggiamo nel Comunicato – da operai comandati da coloro che, invece, dovrebbero curarlo, accudirlo e difenderlo.
E non c’è verso di poterli indurre a riflettere sul danno che stanno arrecando agli alberi, non si fermano neppure di fronte a studi scientifici che dimostrano come la pianta s’indebolisca quando subisce una drastica potatura, per usare un eufemismo.
Per non parlare della mancata restituzione di ossigeno e rimozione di anidride carbonica e altre particelle inquinanti da parte delle foglie asportate dagli alberi che ornavano strade e piazze intensamente trafficate da auto e mezzi pesanti.
Per non dire che, con l’estate ormai alle porte, l’ambiente urbano si troverà senza l’ombra e la frescura offerta dalle chiome degli alberi.
E, ancora, senza considerare l’orribile effetto estetico che assumono le strade e le piazze con gli alberi ridotti a scheletrici pali alla sommità dei quali si protendono verso il cielo moncherini di rami più o meno lunghi.”
Sulla questione della siepe di via Novelli è intervenuto, sul suo profilo Fb, anche Giuseppe Sperlinga dell’Università di Catania, ricostruendo la storia di quel piccolo angolo di verde.
“Fino a pochi anni fa – scrive –  quell’area era incolta e ricolma di rifiuti. Un intervento di riqualificazione ambientale l’ha trasformata nella bella aiuola di oggi. Fu incrementato il verde con l’impianto di nuove essenze arboree, si realizzò un’area giochi per bambini e si curò un particolare importante: impiantare una siepe al di qua del muro di cinta che corre parallelamente alla via Novelli allo scopo di creare una barriera in grado di isolare la strada dai giardinetti sottostanti per attutirne i rumori e trattenere le polveri, oltre che a rilasciare ossigeno, come fanno tutte le piante.
“Se la siepe – prosegue – si è accresciuta smisuratamente in altezza e in larghezza, al punto da invadere il marciapiede, esponendo così i pedoni a seri pericoli, ciò è stato dovuto al fatto che raramente è stata eseguita una corretta potatura dagli operai comunali.
In questi casi che si fa? Si fa la cosa più semplice ed elementare: si pota, si rifila la siepe, come fanno tutti coloro i quali hanno una siepe che delimita la loro proprietà privata dalla strada. E io sono tra questi: armato di cesoia, taglio i rami sporgenti sul marciapiede, non mi sfiora neppure lontanamente l’idea di capitozzarla, al contrario cerco di modellarla in modo da farla crescere nel modo giusto.”
Dall’animata discussione che abbiamo in parte riportato, emerge un dato certo e condiviso, la manutenzione del verde non si può fare una volta ogni dieci anni. Serve un lavoro continuo che presuppone un servizio pubblico attivo ed efficiente. E di conseguenza un adeguato investimento in un settore in cui i Comuni tendono invece a risparmiare, come dimostrano gli analoghi interventi di capitozzatura realizzati in altri Comuni, da Pedara ad Acireale a Valverde.
Oltre che Amministrazioni che amministrano, servono anche ‘cittadini’ che in vario modo controllano e partecipano. E questo sta già accadendo.
 
 
 

Argo

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  • Il lettore Antonio attribuisce alla siepe colpe che non ha. Gli spacciatori e i ladri di auto non sono favoriti dalla siepe per quanto sviluppata possa essere, ma dal BUIO assoluto che regna in tutto l'area compresa tra le vie Novelli e Marchesi pomposamente denominata "Parco Amico".
    Si tratta, infatti, di un'area che non è illuminata dal basso e la luce dei lampioni di via Marchesi non penetra perché filtrata dal lungo filare di Ailanti che costeggia la strada. Alberi, quest'ultimi, mai potati a mia memoria e che hanno raggiunto altezze notevoli.
    Si dice che adesso il cosiddetto Parco Amico è visibile dalla via Novelli e le forze dell'ordine possono controllarla meglio. Sono balle piramidali, perché il controllo la pattuglia di polizia o carabinieri lo deve fare transitando per via Marchesi, controllo che andrebbe agevolato illuminando il parco. Tagliare la siepe in quel modo è stata un'operazione scriteriata, inutile e dannosa. Sarebbe stato utile, invece, investire le stesse risorse economiche per illuminare l'area e installare telecamere per la videosorveglianza. Soltanto così si potrà rendere sicura e tranquilla quella zona.

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