Uno di questi progetti è il Bi-Fest, festival dell’Arte che dà spazio alla creatività di giovani talenti, fotografi, stilisti, cantautori, scrittori, pittori, musicisti.
La seconda tappa del percorso del Bi-Fest di quest’anno si è svolta tra sabato e domenica nella sede del Museo, in via Buda, una strada in cui una ragazza, o una anziana signora, ‘per bene’ non si inoltrerebbe senza cautela.
Eppure c’era tanta gente di tutte le età, e questo può solo far bene a san Berillo, contribuire alla sua riqualificazione, come è nell’intento di Basile e dei suoi collaboratori.
Lungo le ripide scale del ReBa, nelle salette, nel cortile interno su cui si affacciano i vani del primo piano, così come avveniva in molte costruzioni del passato, c’era gente che chiacchierava, osservava le foto e i collage esposti, commentava le creazioni della stilista Maria Giovanna Costa, si accalcava per vedere le proiezioni.
Fa il fotografo per passione e non per mestiere e ci colpisce per il suo sorriso aperto, sarà perchè le realtà complicate le conosce bene, le incontra ogni giorno nel suo lavoro di educatore.
Renato Basile ne ha realizzati tanti di progetti nel quartiere di San Berillo, in questo luogo difficile e suggestivo che sente simile ad Ortigia e a Ibla e che vorrebbe protagonista di un analogo riscatto.
Ha anche fatto ricerche catastali e riunito i proprietari delle case, quasi sempre fatiscenti, di questo quartiere così centrale e insieme così marginale. Immobili che possono avere anche 28 proprietari, quasi sempre lasciati in eredità a persone che hanno difficoltà a trovare un’intesa per venderli o non hanno le possibilità economiche per ristrutturarli.
Una situazione davvero complicata, in cui muoversi con cautela e pazienza, anche se i sogni e le speranze continuano ad accendersi.
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...incoraggiamo questi ragazzi e aiutiamoli a fare uscire questo quartiere, che ha tanto sofferto,dall'emarginazione e dal degrado. Andiamoci e passeggiamo senza timore, ammirando i timidi tentativi di far nascere piante grasse nelle bottiglie di plastica e la cura straordinaria riservata agli altarini e la bellezza dei tantissimi bambini che giocano incuranti.
Nonostante tutto, per sopravvivere bisogna continuare a sognare, sperare e credere nelle iniziative che possono portare a un cambiamento/miglioramento dello stato in cui si trovano numerosi villaggi e quartieri delle città siciliane.
Questo progetto me ne ricorda un altro quello di Villarosa dove un piccolo gruppo di volontari ha allestito un museo in una piccola e dimenticata stazione di treni. L'hanno transformata, abbellita ed oggi e' un gran bel posto da visitare. Spero che questi volontari riescano come a Villarosa a dare orgoglio e identita a San Berillo.