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Giorno della memoria, non basta ricordare

Wstawac, alzarsi. Questo comando, urlato con brutalità, rappresentava, per tutti i prigionieri del campo di Auschwitz, l’inizio di una nuova, terribile, giornata. Un incubo che, puntualmente, accompagnava ogni risveglio e che segna emblematicamente l’inizio e la fine del romanzo di Primo Levi, “La Tregua”.
Proprio la lettura  di questo romanzo è stata, per un gruppo di studenti del Liceo Boggio Lera di Catania, l’occasione per conoscere e ragionare sulla Shoah, sull’universo concentrazionario e, più in generale, sulle drammatiche vicende della seconda guerra mondiale.
Una lettura, e un confronto, che nel giorno della memoria (si celebra il 27 gennaio, data in cui le truppe sovietiche dell’armata rossa liberarono, nel 1945, il campo di concentramento di Auschwitz), sono stati proposti, grazie a una diretta streaming, agli altri studenti della scuola e a quanti hanno voluto collegarsi per condividere l’evento.
Così, gli allievi hanno ricostruito il percorso intellettuale di Levi, non tanto soffermandosi sulla biografia di un eccezionale testimone del ‘900, quanto piuttosto provando a individuare la cifra della sua ricerca, segnata dal dovere di esprimere l’orrore e dalla necessità di riflettere, contestualizzare, rilevare le drammatiche contraddizioni di coloro che, usciti vivi dai campi, non dovevano solo ritrovare la dignità negata, ma sopportare anche “la colpa di essere sopravvissuti”.
Per questo i ragazzi hanno cercato tra le pagine i segni del lager ritrovandoli in Hurbinek “un nulla, un figlio della morte, un figlio di Auschwitz. Dimostrava tre anni circa, nessuno sapeva niente di lui, non sapeva parlare e non aveva nome: quel curioso nome, Hurbinek, gli era stato assegnato da noi, forse da una delle donne, che aveva interpretato con quelle sillabe una delle voci inarticolate che il piccolo ogni tanto emetteva”.
Ritrovandoli in tutti coloro che non riescono a gioire della liberazione perché provano la vergogna del giusto di fronte alle colpe altrui. In tutti coloro che si interrogano se potrà esserci un dopo-Auschwitz; se i nomi riusciranno a cancellare i numeri, cancellare, non dimenticare.
Non a caso questo laboratorio di lettura, che nasce per ricordare Perla Mirasole, una docente del Liceo sempre attenta e impegnata nella difesa dei diritti, prende il nome di “Perle fra le pagine”.

Un impegno, quello dei ragazzi, che ha permesso loro non solo di trovare i “segni”, ma  di esprimerli con le loro parole, le loro immagini, per esempio attraverso la proposizione di video con i quali il ripudio di quel passato è diventato impegno nel presente, denuncia delle condizioni in cui la “civile Europa” non accoglie migliaia e migliaia di esseri umani, la cui unica colpa è quella di essere migranti.
Gli adulti, la Preside e i Docenti della scuola (in particolare, le professoresse Crivelli, La Spina, Paladino e Severi che hanno coordinato il laboratorio), hanno accompagnato questo percorso, contribuendo a ricostruire il contesto storico generale e lo “spirito del tempo”, di un tempo nel quale l’idea che i diritti fossero di tutti e per tutti non era affatto condivisa.
Questa del Boggio Lera è stata una delle tante iniziative promosse a Catania e provincia nel giorno della memoria. Ricordiamo, in particolare il convegno organizzato dall’ A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani di Italia) presso la facoltà di Scienze Politiche: Voci-Immagini-Gesta per non dimenticare Ravensbruck.
Collegandosi al sito dell’ANPI si può avere ha un quadro generale di tali attività.

Argo

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