Sorgeva come in altre città nei pressi del teatro ma mentre quest’ultimo poteva contenere 10.000 spettatori, l’Odeon poteva accoglierne solo 2000. Segno che si trattava di spettacoli d’élite, musica e poesia, insomma di un ascolto erudito.
Mannoia fa la storia del nostro monumento, costruito tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo, probabilmente in occasione della visita dell’imperatore Adriano. La sua copertura era affidata a robuste tele sostenute da funi.
Dopo il terremoto del 1693 che distrusse il Val di Noto, a ridosso dell’Odeon e sfruttando spesso gli stessi materiali della struttura, furono costruite casupole misere che andarono degradandosi sempre di più.
Nella prima metà del secolo scorso fu avviato un lento e difficile restauro. Per alcuni anni, alla fine del secolo, il monumento ha ospitato, nella stagione estiva, concerti di musica da camera di alto livello. Poi è tornato tra i “silenti” monumenti poco visistati e poco conosciuti della città.
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