Non lo accetterebbero mai i montanari che continuano a sfidare il Cervino o il monte Bianco, consapevoli dei rischi che ogni escursione comporta e responsabili di se stessi nel momento in cui, pur usando la necessaria prudenza, sanno che un imprevisto può accadere e che la natura non è addomesticabile.
Noi qui, in Sicilia, rischiamo di accettare come inevitabile ciò che inevitabile non è. Chi potrà mai garantire che nessuna pietra si stacchi dalla parete della cava? Accadeva ieri e può ancora accadere oggi.
Da quando, però, è stata creata la Riserva Naturale Orientata e c’è un responsabile che potrebbe essere chiamato in causa, si preferisce chiudere l’accesso ai visitatori.
Non stiamo creando un mostro che mangerà innanzi tutto i suoi figli? Nella titanica pretesa di garantire una sicurezza totale, non stiamo creando le premesse per chiudere via tutti i siti e tutte le riserve che, inevitabilmente, per loro natura presentano un ancor piccolo margine di rischio?
E come è vero che le Riserve sono nate per proteggere la natura e garantirne la fruizione, se quest’ultima non sarà garantita, il personale pagato a questo scopo non avrà più nessuna giustificazione per continuare ad esistere.
Quanto a noi tutti, impariamo a fare sentire la nostra voce, creiamo un movimento di opinone che ci faccia uscire di minorità e battiamoci perchè ci venga restituita la bellezza che ci appartiene e di cui, come siciliani, vogliamo fregiarci davanti al mondo.
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Ottime le indicazioni di siti naturalistici e le immagini come queste su Cavagrande. Un paio di anni fa, vista la chiusura del sentiero meridionale, sono sceso fino a valle da settentrione, quindi da Canicattini che - credo non per caso - si chiama Canicattini bagni. Buon lavoro!
Elio Marotta
Mi fa ridere la chiusura dell'accesso ai visitatori, fanno piu' pura le strade siciliane che questa riserva naturale!