“Il Fascio di Catania conta diecimila soci, per la maggioranza tutti operai e operaie degli opifici per la lavorazione degli zolfi e lavoranti ad essi collegati. Fu fondato da Giuseppe De Felice Giuffrida il primo maggio 1891, è il più antico di tutta l’isola. Si finanzia dando feste, sta per aprire una scuola femminile di lavoro….”.
Così scrive il giornalista veneto Adolfo Rossi ne “L’agitazione in Sicilia. Inchiesta sui Fasci Siciliani dei Lavoratori”, pubblicata su La Tribuna di Roma tra l’ottobre ed il novembre 1893.
Un’inchiesta vera. Per realizzarla Adolfo Rossi era venuto appositamente in Sicilia e l’aveva percorsa in lungo e in largo, viaggiando per lo più a dorso di mulo e incontrando i contadini e gli zolfatari protagonisti del movimento.
Verifica quindi che si tratta di uomini e donne che lottano contro lo sfruttamento del lavoro e la schiavitù del feudo anche se vengono presentati, nei dispacci di polizia diffusi dai quotidiani nazionali, come una minaccia all’ordine pubblico.
Un movimento imponente che, con le donne in prima fila, arrivò a contare -tra il 1981 e il 1984- trecento mila iscritti e più di 160 sedi in tutta l’isola. E l’inchiesta di Rossi ne è una testimonianza diretta.
Sulla base di questa testimonianza, la regista Nella Condorelli ha realizzato un documentario “1893. L’inchiesta” che aspira a ricostruire la storia del movimento.
Il documentario sarà proiettato lunedì 11 al cinema King, alle ore 20.
Alla proiezione seguirà un dibattito a cui interverranno, oltre alla regista, lo storico Rosario Mangiameli, il magistrato Rino Messina, autore de “il processo imperfetto”, Piero Sciotto coautore de “Ciulla, il grande malfattore”, Zina Bianca dell’associazione culturale Fildis. Coordinamento di Luciano Granozzi.
Foti da ‘Raggi di sole’, Catania 1898, con l’introduzione di Francesco Giuffrida.
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