Conteneva un documento che certifica la data di nascita di Bakary, un ragazzo ivoriano ospitato fino a qualche giorno fa alla Casa don Pino Puglisi, immobile sequestrato alla mafia che il Comune ha dato in comodato d’uso all’Astalli, che vi ospita da agosto migranti appartenenti alle ‘categorie fragili‘. In questo periodo soprattutto minori.
Ma ormai Bakary al don Puglisi non c’è più. E’ stato trasferito al Cara di Mineo, insieme ad altri tre giovani migranti, perchè divenuti neo- maggiorenni.
Non più, quindi, per loro una struttura protetta ma un improvviso, traumatico – e ai loro occhi ingiustificato – trasferimento, l’interruzione di un percorso di integrazione durato quattro mesi durante i quali sono stati seguiti (lezioni di lingua, visite mediche, gite, partite di calcetto, visite ai musei ..) e coccolati dai volontari.
Hanno pianto per la separazione, non solo quelli che sono andati via ma anche quelli che sono rimasti al don Puglisi. Ce lo racconta un volontario, Carmelo, che si è dedicato a loro fin dall’inizio, andando in via Delpino all’uscita dalla banca dove lavora.
Anche chi è rimasto, infatti, ha sofferto e soffre ancora per il distacco. Il deserto, il mare, la fame, la sete, le sofferenze, la paura, l’ombra costante della morte hanno reso questi giovani non solo precocemente adulti (ci aveva pensato già la drammatica situazione dei loro rispettivi paesi) ma anche fratelli, veri ‘fratelli di sangue‘ come diciamo noi con enfasi retorica.
‘Uno gennaio’ è infatti la data che ricorre nei verbali consegnati a questi ragazzi dalla polizia dopo la registrazione. Quasi tutti si ritrovano questo 01/01, solo l’anno varia.
Casa don Pino Puglisi – articoli su argocatania.org
Bakary ricordava perfettamente il mese, ottobre, ma nella confusione dello sbarco e della mancanza di mediatori culturali di strani dialetti ( la Costa d’Avorio è francofona ma tanti ragazzi sono analfabeti e non parlano il francese) … uno gennaio anche per lui, 1997.
Quindi, dal primo gennaio 2015, è stato dichiarato maggiorenne e trasferito al Cara.
Adesso è arrivata la busta gialla. Il documento conferma che Bakary è effettivamente nato ad ottobre del 1997 e che solo allora sarà maggiorenne davanti alla legge. Ormai però si trova a Mineo e nemmeno i solerti avvocati del Centro Astalli confidano di riuscire a tirarlo fuori per i mesi che restano, nonostante -dal punto di vista normativo- sia possibile.
E comunque lo strappo ormai c’è stato. Una nuova ferita si è aggiunta alle precedenti.
Immagini della Costa d’Avorio
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In una situazione di questo genere, secondo la normativa vigente, prevale l’interesse della persona minore di età ad essere collocata in una struttura per minori.
Se il procedimento è ancora pendente (aperto) presso il tribunale per i minorenni, il tutore o il responsabile della struttura che ospita il minore, sulla base della documentazione pervenuta, può richiedere al Tribunale la correzione dei dati identificativi e il conseguente trasferimento presso struttura per minori.
Se, invece, il procedimento fosse stato archiviato per raggiungimento della maggiore età, lo stesso tutore e il Responsabile della struttura che ospita il minore hanno l’obbligo di segnalare la situazione alla Procura per la richiesta al Tribunale minorile di avvio di una nuova procedura a tutela del ragazzo ed il conseguente immediato collocamento presso centro o comunità d’accoglienza per minori.