Categories: Storia

Catania 1967, in un filmato le promesse tradite

Fa una certa impressione l’immagine di Catania che ci restituisce un breve documentario del 1967, ritrasmesso da Rai Storia.
Dopo 50 anni, l’ottimismo con cui veniva vista la Milano del sud sembra rovesciarsi nel suo esatto contario.
Anche nelle parole di un giovane Pippo Fava, intervistato nella parte finale del video, appare una città in rapida crescita, già invasa dalle automobili, una città all’avanguardia pur con tutti i difetti dei suoi abitanti. Di costoro vengono sottolineati anche i pregi, tra cui l’ironia, espressione del loro amore per la vita, e l’intraprendenza economica.
Allora si parlava quasi con allegria di una ‘eruzione di cemento‘ ma oggi sarebbe meglio dire che la città è stata soffocata dal cemento, assieme al suo hinterland.
Si guardava con stupore al numero crescente di automobili, il cui traffico, oggi, è sempre più difficile da governare.
Si descriveva un’Etna che, da mostro di fuoco, era stata trasformata in attrazione turistica, mentre oggi, pur essendo diventata Parco e riconosciuta dall’Unesco fra i patrimoni dell’umanità, resta inaccessibile per mancanza di spazzaneve quando di neve ne cade troppa ed è preclusa ai più, in estate, perchè mancano gli strumenti minimi di agibilità (sentieri, segnaletica, rifugi, acqua).
Si paragonava lo spirito d’impresa dei catanesi a quello dei commercianti fenici e oggi basta fare un giro per la zona industriale (ma munitevi di un buon navigatore e attenzione alle buche e al buio) per ‘ammirare’ i capannoni dismessi, a testimonianza del fallimento del grande sogno industriale. Ma è sufficiente fare un giro per il centro storico e contare con amarezza gli innumerevoli ‘affittasi’ e le tante saracinesche abbassate, vittime sacrificali della cultura dei grandi centri commerciali.
E infine la tristezza di ascoltare il giovane Fava decantare le magnifiche sorti e progressive della sua città madre adottiva che, pochi anni dopo, sarebbe diventata la sua matrigna omicida.
Ecco il video

Argo

View Comments

  • E' quello che ci meritiamo noi catanesi sostenitori del funereo detto medioevale "caliti iuncu ca passa la china". Catania è ancora sommersa dalla melma politica ed affaristica che da troppi decenni la soffoca e non passa affatto .

Recent Posts

Bosco di Monte Ceraulo a Mascalucia, una chiusura ingiustificata che danneggia la comunità

Avevamo gioito qualche anno fa della apertura al pubblico, a Mascalucia, del Bosco di Monte…

1 giorno ago

Gaza, la Freedom Flotilla e gli interrogativi sulla democrazia. Non solo israeliana

Domani, venerdì 13 giugno nel cortile della Camera del Lavoro, via Crociferi 40, alle ore…

4 giorni ago

E’ Stato il terremoto

Sulla copertina, con il titolo tutto in maiuscole, l'iniziale maiuscola di Stato si perde, ma…

5 giorni ago

Referendum, una discussione necessaria

Un nostro lettore ci propone, a caldo, alcune riflessioni sui risultati referendari. Nessuna pretesa di…

6 giorni ago

Sorelle vi crediamo. I difficili percorsi di chi denuncia la violenza sessuale

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento delle attiviste e degli attivisti di Consultorio Mi Cuerpo Es…

7 giorni ago

Referendum 2025, cinque sì ai diritti

C'è chi andrà al mare e chi andrà al seggio ma non prenderà la scheda,…

1 settimana ago