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Da Catania ad Acicastello il mare negato

Iniziamo la nostra passeggiata da via dei Villini a mare, denominazione quanto mai opportuna per una strada che è un susseguirsi di residenze private che si affacciano direttamente sul litorale ed escludono qualunque fruizione, anche solo visiva, del mare.
Dopo decenni di permissivismo, il Demanio di recente si è svegliato, ha inviato ordinanze di sgombero, ingiunzioni di ripristino della situazione preesistente, richieste di indennizzo. I proprietari si sono scatenati in decine di ricorsi al Tar, in gran parte ancora in attesa di sentenza.
Sgombero? Ripristino? Indennizzo? Perchè mai?
Ci rispondono alcune immagini della costa ripresa da Google Earth. Ogni villa ha la sua discesa a mare. Inevitabile, direte voi… sì ma non in legno, rimovibile, rispettosa del contesto. Le discese a mare e le piattaforme per prendere il sole sono in cemento, la scogliera (talora perfino singoli scogli) è stata qua e là non solo ricoperta ma a volte anche demolita e livellata.
Le ingiunzioni di ripristino suonano un po’ patetiche… Il danno è fatto, i buoi sono scappati dalla stalla. E non da adesso, essendo le ville risalenti quanto meno al secolo scorso.
Forse le richieste di indennizzo potrebbero suonare minacciose, ma bisogna vedere come si pronuncerà il Tar sulle singole situazioni.
Si tratta comunque di provvedimenti che potrebbero avere valore deterrente, se fossero però accompagnati da una coerente difesa della costa come bene comune nei confronti di chi ha, oggi, progetti di ulteriore appropriazione.
Un messaggio che evidentemente non è stato dato in modo chiaro né da parte del Demanio né da parte della Soprintendenza, visto che gli accaparramenti continuano.
Guardiamoci intorno. Proseguendo verso Acicastello, dopo la via Villini a Mare, troviamo solo pochi tratti di costa liberi da strutture balneari e alberghiere o anche solo da recinzioni (che chiudono a volte solo dei campi, ben tenuti o incolti che siano).
Avremmo serie difficoltà a trovare un varco da cui accedere liberamente al mare. Forse l’unico passaggio libero e agevolmente raggiungibile, in quella zona, è quello che porta al cosiddetto ‘scoglio del professore’.
I lidi -siamo in inverno- sono chiusi ma non smontati, sebbene le strutture balneari ci risulta che siano per lo più stagionali e che, in questo periodo dell’anno, dovrebbero essere già smantellate. O sgomberate d’autorità.
Ma chi dovrebbe sgomberarle? Torniamo al noto rimpallo di responsabilità tra le istituzioni (Comune, Demanio, Capitaneria di porto) che dovrebbero provvedere allo sgombero ma non pare ne abbiamo la volontà, e forse neanche i soldi, avendo gli sgomberi un costo anche quando vengono fatti, come si dice in gergo tecnico ‘in danno’, cioè a spese dei destinatari inadempienti. Le somme necessarie devono infatti essere comunque anticipate.
Va considerato probabilmente tra i lidi un solarium a pagamento di recente costruzione, situato prima dello Sheraton, sul lato mare della strada, dove spicca una ringhiera metallica che funge da recinzione di uno spazio chiuso da un cancello in vetro su cui si legge il nome ‘Calagioiello’.
Si tratta di un terreno demaniale avuto in concessione? O di un terreno privato (quasi sicuramente vincolato visto che si affaccia direttamente sulla costa), per il quale è stata data dal Demanio un’autorizzazione? Magari un’autorizzazione stagionale… anche se oggi, in gennaio, non abbiamo neanche in questo caso visto tracce di smontaggio.
Di cancelli in vetro corazzato (un modo per lasciare visibile il mare, comunque ‘sottratto’? una soluzione di compromesso imposta dalla Soprintendenza?) su questa strada ne vediamo altri, talora a protezione solo di terreni incolti, su cui verosimilmente sta per essere realizzata una struttura.
Per esempio quella di fronte a via Tomasi di Lampedusa. E’ già circondata da un muretto sul quale fanno bella mostra grossi montanti, alti circa due metri, destinati evidentemente a sorreggere la futura recinzione.
La domanda, anche in questo caso, è la stessa. Si tratta di un’area privata vincolata per la quale è stata chiesta un’autorizzazione? O di un terreno demaniale avuto in concessione? Cosa si intende realizzare? C’è persino un cartello,  sbiadito però e non leggibile. Ci troviamo in ogni caso davanti ad una situazione in fieri, su cui si potrebbe forse ancora intervenire.
E’ in questi casi, attuali e non risalenti al secolo scorso, che vorremmo vedere l’impegno delle autorità competenti.
Gli esempi appena esposti fanno temere infatti un uso privato e speculativo di spazi che dovrebbero essere tutelati da Demanio, Soprintendenza e Comune a vantaggio di tutti i cittadini.
A questi ultimi, in caso di concessione, dovrebbe essere comunque garantito il “libero transito per l’accesso al demanio marittimo viciniore al mare”, ma essi si accontenterebbero anche di avere la possibilità di accesso libero al mare tra una struttura e l’altra.
Quanto agli sgomberi delle strutture con autorizzazione o concessione stagionale, dovrebbero essere effettivi, vale a dire tali che “non rimangano residui e/o materiali da risulta di qualsiasi tipo” come viene in genere scritto nei relativi documenti ufficiali.

Argo

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  • articolo illuminato,
    speriamo non resti carta da camino, ma che qualcuno alla procura della repubblica ne prenda spunto e se ne occupi.
    CG

  • bisogna sottrarre ai privati l'uso predatorio della costa. Non occorre espropriare perchè si tratta di beni pubblici abusivamente ed illegittimamente appropriati. E' necessaria solo la restituzione all'uso pubblico. Peggio per chi ha esercitato un uso abusivo di scogliere e di beni demaniali. In tutti questi casi non è possibile l'usucapione per cui devono essere restituiti all'uso pubblico. E' il caso ad esempio della scogliera su cui due club ad Ognina esercitano un uso esclusivo. Devono essere ridati alla collettività. Da ultimo un suggerimento: il palazzo delle poste realizzato lungo il lato destro del viale Africa perchè non viene demolito? Perchè gli spazi di risulta non vengono restituiti alla città con il relativo passaggio a mare? La demolizione farebbe venir meno un mostro che iumpedisce la fruizione del mare ai cittadini. E poi ce la prendiamo con i paninari!!!

  • i beni demaniali non si possono usucapire. I privati acculturati lo sanno bene e fanno finta di non capire. Debbono restituire il mal tolto. A partire dal golfetto di piazza Mancini Battaglia dove vi si trova incuneato un piccolo spazio a mare di sabbia circondato da un canneto dev'essere restituito alla città. I privati devono essere allontanati e dev'essere vietato l'uso esclusivo. Il Demanio con i suoi affici che cosa ci sta a fare? Prende granchi?Revochi tutte le pseudo concessioni e ridia il mare ai cittadini. Tutto mil golfo di Ognina dev'essere rivalutato e parto al godimento pubblico. Il piccolo Bianco invece di organizzare il lungomare liberato organizzi la scogliera liberata e la ridia al pubblico .I muratori arricchiti ed i dispensatori di cemento vadano altrove. Lascino libere le strade e le piazze.I suopermercati ed i buchi sottoterra li realizzino nlle loro fazende. Il caso di Piazza Europa deve finire, come del resto è finita la Vecchia Dogana dove tutte le imprese fasulle sono fallite ed hanno fatto forfait.

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