Come al solito si potranno acquistare prodotti biologici, tipici e locali direttamente dai produttori agricoli, quelli del Commercio Equo e Solidale e di Solidarietà sociale, e anche dell’Artigianato ecologico.
E ci saranno inoltre musica e degustazioni. Potremo ascoltare Broken Consorts- Suoni Mediterranei, una formazione musicale tutta al femminile con la violinista Cinzia Condorelli, la cantante Francesca Laganà, la violoncellista Natalina Messina, l’arpista Angela Minuta e la flautista Loredana Sollima il cui repertorio spazia dalla musica medioevale, ai suoni della tradizione celtica o alle note dei canti siciliani.
E poi la danza con lo show e la presentazione dei nuovi corsi di Tango Argentino dei ballerini e insegnanti Giancarlo Giannino e Giusy Santoro. Le voci di Domenica Caruso e Antonio Biuso per “L’anima mia gustava di quel cibo”. Cibo da leggere Cibo da mangiare.
Portate un barattolo di vetro per partecipare al laboratorio di cucina per bambini, “Giochiamo con l’uva” a cura di Salotto Gastronomico/Pasta Madre con i Grani antichi siciliani. Ancora i Laboratori di Artigianato Creativo Yoga e Shiatsu, a cura dell’Associazione Satori e infine un Percorso fotografico “Da 10 ANNI ‘a fera bio”.
Gli appuntamenti della Fera Bio si arricchiscono quindi di sempre nuove iniziative e fanno anche da battistrada per altre esperienze simili, come quella del Make’ Terra, un mercatino di prodotti “naturalmente sani” che si tiene a Misterbianco nel settecentesco Chiostro della Biblioteca Comunale.
Anche in questo caso, come accade per la Fera Bio, alla vendita di prodotti liberi da ‘veleni’, si aggiungono laboratori, spettacoli per bambini, seminari. I mercatini si trasformano così in luoghi di incontro e in occasioni per diffondere idee e pratiche (dal cibo di qualità ai prodotti del commercio equo) alternative al fast food e alla musica disco proposti dai centri commerciali.
Ma c’è di più. Questi mercatini possono diventare delle ‘vetrine’ importanti per tutti quei giovani che, spinti dalla crisi – non solo economica ma anche di valori – stanno tornando alla terra per farne occasione di reddito se per riscoprire uno stile di vita semplice e autentico.
Tocca a noi, che degustiamo e acquistiamo, fare le differenze, distinguere i prodotti di qualità, scegliere le proposte economicamente più convenienti (pur nella consapevolezza che il biologico costa di più e chiede maggior lavoro), incoraggiare i più giovani a continuare sulla strada del recupero delle tradizioni produttive locali e di una agricoltura rispettosa della salute, della terra e nostra.
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