La scuola colora il carcere

“L’arte è un linguaggio universale che parla a tutti, al di là di ogni barriera sociale, etnica, religiosa, ideologica”. E’ uno dei messaggi che Francesca Di Mauro, docente di discipline pittoriche al Liceo Artistico Emilio Greco, lancia ai suoi alunni.
E non è un messaggio astratto, si concretizza in una serie di progetti cui i ragazzi sono invitati a partecipare, tra cui quello contro la dispersione scolastica, finanziato per le scuole che si trovano in aree a rischio, che ha consentito agli studenti della scuola di dipingere le tele per le rinnovate sale colloqui e per i locali della polizia penitenziaria del carcere di piazza Lanza.
Un’attività svolta in orario extracurricolare nei locali della scuola, preceduta da una fase di preparazione sul tema della legalità, in cui sono state coinvolte altre discipline, dalla storia dell’arte all’italiano, e conclusasi con l’installazione dei dipinti all’interno della Casa circondariale.
E’ stato il momento in cui i ragazzi hanno oltrepassato i cancelli del carcere e incontrato i detenuti, che a loro volta avevano realizzato delle tele insieme agli insegnati della scuola che frequentano all’interno della struttura. L’inaugurazione è stata l’occasione per festeggiare insieme, alla pari.
Anche i temi dei dipinti sono stati scelti sulla base di una riflessione e di un confronto: farfalle e aquiloni per esprimere il desiderio di libertà, i personaggi delle fiabe e di Walt Disney per venire incontro alla sensibilità dei bambini che visitano i genitori detenuti.

Un lavoro non indifferente quello degli alunni del Liceo e dei docenti che li hanno guidati, con la realizzazione anche di figure a sbalzo, di cui è stato fatto prima il calco in gesso, poi la forma in cartapesta successivamente dipinta.
Con questa tecnica è stato realizzato, ad esempio, anche l’albero della legalità, con palloncini di vari colori al posto delle foglie, su cui sono stati scritte ‘parole chiave’ come giustizia e legalità.
C’è un’altra caratteristica importante di questo progetto, il coinvolgimento di alunni disabili. Sono in in buon numero i diversamente abili che frequentano il Liceo Artistico Emilio Greco ed alcuni di essi hanno acconsentito a partecipare a questa attività e lo hanno fatto, in genere, in modo costante e molto attivo.
Una ragazza audiolesa, ad esempio, che ha trovato nella pittura un importante strumento di comunicazione, ha voluto anche documentare, con le sue fotografie, il lavoro compiuto dal gruppo. Doppio impegno e doppia gratificazione!
Un ragazzo con gravi disturbi, che lo rendono collerico e impaziente, ha trovato -nella concentrazione e nella pazienza richieste dall’uso del pennello- un modo per superare i momenti difficili.
Per l’anno prossimo si pensa di trattare il tema della donna e della violenza esercitata su di lei, un tema che tocca il carcere “non solo per la presenza di detenute e di guardie carcerarie donne, ma anche perchè proprio gli uomini, che sono la maggior parte dei reclusi, devono riflettere su questo problema così attuale e importante”, ci dice Francesca.
Per lei, quindi, l’impegno continua e non solo in questo progetto. Lavora infatti ad altri progetti della scuola, a sfondo sociale, e fa attività di volontariato con l’associazione Mettiamoci in gioco.
Anche in questo contesto l’arte si rivela un potente strumento di comunicazione e di espressione per i diversamente abili, fino al massimo della sfida, un laboratorio di pittura che accoglie anche non vedenti.
Un altro dei modi per “mettere la pittura a disposizione degli altri”, come Francesca ama ripetere ai suoi alunni.

Argo

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