Gelsari e Lentini, SOS biodiversità di Legambiente

5 mins read

Molti uccelli sono andati via per sempre, le piante rare sono in pericolo e i due pantani Gelsari e Lentini, nei pressi del fiume San Leonardo, sono ormai una “distesa brulla, arida e priva di vita“. Ci sono solo rigagnoli lungo i canali principali e poi terreno secco.
Vincoli e tutele non sono serviti a mantenere in vita i due siti umidi sottoposti a tutela sia dall’Europa sia, anche se solo per due anni, dalla Regione Sicilia.
La gravità della situazione ha indotto Legambiente Catania, insieme ad alcuni zoologi italiani, a lanciare un Sos biodeversità, presentando un esposto alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea alla quale ha chiesto di intervenire nei confronti dello Stato Italiano per assicurare il rispetto degli impegni assunti.

Nell’esposto è stata documentata la gravissima violazione delle norme di tutela della rete ecologica europea “Natura 2000” per danni sia ad habitat d’interesse comunitario sia a specie animali rare o minacciate inserite negli elenchi delle medesime direttive, come la Moretta tabaccata, specie a rischio di estinzione planetaria, che prima nidificava nei pantani.

Nonostante le denunce di Legambiente la Regione non è intervenuta per fermare il Consorzio di Bonifica 10 Siracusa,

responsabile del prosciugamento con l’utilizzazione di impianti idrovori e della distruzione con mezzi meccanici della vegetazione dei pantani.

L’esposto è stato inviato anche al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e a tutti gli organismi internazionali che si occupano di tutela delle zone umide o della biodiversità.

Ecco il testo del comunicato con cui Legambiente Catania annuncia la presentazione dell’esposto

Legambiente Catania ha presentato un esposto alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea per le gravissime alterazioni ambientali arrecate ai pantani di Gelsari e di Lentini, aree sottoposte a tutela sia attraverso una Zona di Protezione Speciale, specifica area di tutela individuata a livello europeo per la protezione degli uccelli, sia anche da un vincolo biennale apposto dalla Regione Siciliana.
Legambiente, insieme ad alcuni zoologi italiani specialisti in materia di conservazione della natura e di tutela della biodiversità (Pietro Alicata, Università di Catania, Emilio Balletto, Università di Torino, Domenico Caruso, Università di Catania, Achille Casale, Università di Sassari, Bruno Massa, Università di Palermo), ha chiesto alla Commissione Europea di intervenire nei confronti dello Stato Italiano per assicurare il rispetto degli impegni assunti riguardo alla tutela di specie e habitat di interesse ai fini della conservazione della biodiversità in Europa.
Nell’esposto è stata documentata la gravissima violazione delle norme di tutela della rete ecologica europea “Natura 2000” per danni sia ad habitat d’interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva europea “Habitat”) e della Direttiva 79/409/CEE (Direttiva europea “Uccelli”) sia a specie animali rare o minacciate inserite negli elenchi delle medesime direttive.
Il ricorso alla Commissione europea si è reso necessario in quanto, nonostante Legambiente avesse denunciato prontamente gli interventi di prosciugamento delle zone umide attraverso l’attivazione di impianti idrovori da parte del Consorzio di Bonifica 10 Siracusa e la distruzione con mezzi meccanici della vegetazione dei pantani, nessuna azione di tutela è stata intrapresa dalla Regione Siciliana.
Anche le stesse indicazioni impartite dalla Regione allo stesso Consorzio di Bonifica, per mantenere l’acqua almeno in porzioni dei pantani, sono rimaste del tutto disattese. Il Consorzio, di contro, ha continuato incessantemente l’emungimento delle acque dei pantani (che vengono gettate a mare!), attività che, sommata agli interventi di sbancamento e di distruzione della vegetazione, ha comportato il totale prosciugamento di entrambi pantani e la scomparsa degli habitat e delle specie di uccelli acquatici di interesse comunitario.
Oggi l’intera superficie dei due pantani, che sino allo scorso anno pullulava di specie di uccelli di grande interesse ai fini della conservazione a livello europeo o planetario, quale la Moretta tabaccata, appare una distesa brulla, arida e priva di vita. È presente acqua soltanto nei canali principali dei pantani.
Tra le specie d’interesse comunitario colpite dalle manomissioni spicca, come vera emergenza ambientale, la Moretta tabaccata (Aythya nyroca), che nei pantani aveva nidificato. Si tratta di una specie a rischio di estinzione planetaria per la quale è stato compilato un piano d’azione a livello sia internazionale, da parte del CMS-AEWA (Technical series n° 12 CMS, n° 7 AEWA, 2006), sia nazionale (QCN n° 15, 2007), a cura del Ministero dell’Ambiente.
L’esposto è stato inviato anche al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, chiedendo di assumere adeguate iniziative di tutela dei pantani e di intervenire con forza nei confronti della Regione Siciliana al fine di garantire, attraverso il ripristino delle due importanti zone umide, la presenza delle specie e degli habitat prioritari ai fini della conservazione.
Inoltre, considerato che l’interesse ai fini della conservazione di specie e habitat travalica i confini nazionali, l’esposto è stato trasmesso anche a tutti gli organismi internazionali che si occupano di tutela delle zone umide o della biodiversità ed in particolare ai segretariati delle convenzioni di Ramsar (tutela delle zone umide), di Bonn (Conservazione delle Specie Migratrici di Animali Selvatici), di Berna (conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali) e all’AEWA (African-Eurasian Migratory Waterbird Agreement).

Interesse naturalistico dei pantani

I pantani di Lentini e di Gelsari ricadono nei territori dei Comuni di Carlentini (SR), Augusta (SR) e Catania, in prossimità della foce del fiume San Leonardo.
Occupano una vasta zona depressa (in alcune parti con quote inferiori al livello del mare), tenuta artificialmente prosciugata attraverso antieconomici impianti idrovori1; i disservizi occorsi a tali impianti negli scorsi anni hanno rapidamente ricostituito un’eccezionale zona umida.
Nello scorso secolo furono oggetto di interventi di bonifica idraulica e di prosciugamento che determinarono la scomparsa degli ambienti naturali. Tuttavia, a differenza di altre zone umide, non  furono oggetto di trasformazioni territoriali distruttive. 
Negli ultimi anni l’abbandono di gran parte delle attività agricole e la difficoltà o l’impossibilità di garantire il deflusso delle acque (gran parte delle superfici dei pantani si trovano a quote prossime o inferiori al livello del mare) per l’assenza o il mal funzionamento di impianti idrovori, hanno consentito in queste aree un rapido processo di ricostituzione degli ambienti naturali tipici delle zone umide, di grande interesse naturalistico per la presenza dell’avifauna e per la vastità e la diversità degli habitat.
I pantani di Lentini e di Gelsari costituiscono attualmente la zona umida con un basso tirante d’acqua più vasta della Sicilia, rivestendo un’enorme importanza, a livello sovra nazionale, ai fini della conservazione dell’avifauna migratoria.
In essi è stata documentata la presenza di specie di notevole interesse ai fini della conservazione quali la Moretta tabaccata (già sopra citata per la sua rilevante importanza), il Mignattaio, la Sgarza ciuffetto, l’Airone rosso, la Spatola, lo Svasso maggiore, l’Airone bianco maggiore, tutte incluse nell’Allegato 1 della Direttiva Uccelli.
Sono presenti anche specie di piante rare tipiche delle zone umide e habitat di interesse prioritario ai sensi della Direttiva Habitat. Fra le specie vegetali vanno menzionate Ranunculus peltatus subsp. baudotii, Trifolium pannonicum, Potamogeton pectinatus, Sarcocornia alpini e Typha dominigensis.
Di estremo rilievo è la presenza, nel Pantano di Gelsari, di Leontodon muelleri, pianta rarissima, che era stata segnalata da Gussone nel 1844 e da Lojacono Pojero nel 1903 per la Piana di Catania dove, però, non era stata più osservata.
Nei due pantani sono stati individuati habitat di interesse comunitario ai sensi dell’Allegato I della Direttiva “habitat”: 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi), 1420 Praterie e fruticeti alofili-mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi), 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition, 3170 Stagni temporanei mediterranei (habitat considerato di interesse prioritario ai fini della conservazione).
Il Presidente, Renato De Pietro (1 luglio 2013)

Guarda, sul sito di Legambiente Catania, la galleria di foto sullo stato dei pantani prima e dopo gli interventi di prosciugamento.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Ambiente