Cinema, teatro, incontri: per tre giorni,
Da oltre 50 anni lo sviluppo delle città si sta rilevando sempre più insostenibile ed eco-catastrofico, generatore di nuove povertà ambientali.
Già negli anni ‘60 in nome della “società del benessere” si sono sfruttate al massimo le risorse del territorio: sono stati sventrati interi spazi della città storica e sono stati creati nuovi contenitori abitativi, inizialmente pensati come spazi moderni per l’affermazione dell’individuo, che ben presto si sono rivelati vere e proprie sacche di degrado e povertà.
La città ‘neoliberista’, a partire dagli anni ‘90, ha aggravato tale situazione, attraverso la pesante riduzione dei servizi sociali e un’intensa opera di cementificazione del territorio, a discapito delle sue caratteristiche e qualità.
Le forme di governo della città si sono adattate e hanno favorito tali processi attraverso logiche verticistiche, con l’approvazione di mega opere prodotte in serie, firmate da “Archistar” e inserite forzatamente nei contesti locali.
Inoltre, la svendita del patrimonio pubblico, insieme a forme di gestione pubblico-private poco trasparenti e per nulla partecipate, continua a rispondere a una logica che vede nel territorio un mero supporto fisico alle attività economiche, regolate da leggi del mercato esterne al territorio stesso.
A partire da tali considerazione il progetto “Urban Cultural Maps”, finanziato dall’Unione Europea, vuole ribaltare i termini della questione, progettare il territorio a partire dalle relazioni sociali sedimentatesi nell’evoluzione storica del luogo, dal suo vissuto e dallo scambio di pratiche innovative e solidali, attraverso forme di partecipazione diretta degli abitanti.
Perché la sostenibilità di un’ opera, di un progetto o di un piano non dipendono dall’uso di materiali eco compatibili, bensì da una lettura partecipata e attenta del territorio, dalla rilevazione dei suoi bisogni, dall’uso dei suoi spazi, dalla sua cura e manutenzione, dallo sviluppo di reti economiche solidali e dalla costruzione di comunità aperte e accoglienti.
Per oltre un anno e mezzo, un gruppo di giovani di Catania ha lavorato, con grande impegno, per recuperare le identità nascoste e ignorate del quartiere di San Berillo, attraverso l’organizzazione di passeggiate, momenti di confronto pubblico, interviste e questionari, al fine di ricostruire quegli elementi strutturali che lo rendono un luogo unico.
Il risultato di questo processo è stata la realizzazione di una mappa cartografica del quartiere che cercasse di rappresentare al meglio tali elementi, intesi come patrimonio materiale e immateriale. Si tratta di una cartografia creativa che utilizza diversi linguaggi, che nulla hanno a che vedere con la cartografia tradizionale.
Si è scelto San Berillo per la sua storia, per la ‘ferita’ che ha lacerato la città nella sua complessità e per le conseguenze avvenute dopo il suo sventramento nel 1956. Si è scelto San Berillo perché oggi rimane al centro dei processi di trasformazione urbana sociale ed economica di una parte significativa della città di Catania: il suo centro storico.
Le mappe vogliono essere uno strumento, un metodo, dal quale ripartire per ripensare e riprogettare il quartiere, in netta antitesi rispetto ad un’ idea di città progettata dall’alto, che favorisce gli egoismi e gli interessi particolari dei noti “attori” forti.
Visioni di San Berillo, una tre giorni di manifestazioni e dibattiti, rientra dentro lo schema della mappatura di comunità nella quale sono utili tutte le forme di rappresentazioni artistiche, culturali, e di saperi (architetti, urbanisti, storici e geografi) allo scopo di definire una visione condivisa dal quartiere.
La visione condivisa non significa pacificazione tra interessi contrapposti rispetto allo
Programma:
Lunedì 27 Maggio, Cinema King ore 21:00
– in “anteprima” estratti dal documentario “I fantasmi di San Berillo” di Edoardo Morabito e Irma Vecchio http://ifantasmidisanberillo.blogspot.it/
– “Quello che si ricorda” (9′- Sb 2008/13) di Maria Arena.
– “Quasi niente è cambiato” (50′, 2001) di Elena Russo
Martedì 28 Maggio, “Museo Reba” ore 21:00
– “Ballata per San Berillo” regia di Elio Gimbo, drammaturgia e interpretazione di Salvatore Zinna, musiche originali di Fabio Grasso.
– Cena di cucina senegalese di Binette
– Mostra fotografica curata da Maurizio Zignale, centro arti visive Sikanie
Mercoledì 29 Maggio Palazzo della Cultura di Catania ore 17:00
– workshop finale del progetto “Urban Cultural Maps”, presentazione delle Mappe di Comunità di San Berillo (Catania) e Pradl (Innsbruck).
– Incontro/dibattito coordinato dal Prof. Nunzio Famoso con gli abitanti, associazioni ed esperti con la presenza dell’urbanista Arch. Pierluigi Cervellati.
– Presentazione del libro “Urban Cultural Maps. Condividere, partecipare, trasformare l’urbano” a cura di Andrea D’Urso, Giuseppe Reina, Birgit Reutz e Fernando Ruiz Peyré.
Modifica dell’ultima ora. L’incontro-dibattito del giorno 29 si svolgerà al Castello Ursino anziché al Palazzo della Cultura sempre alle 17:00 per problemi tecnici della struttura.
Accanto ad un’Italia da prima pagina, alle prese con i dazi di Trump e con…
Sequestrata, nella notte fra sabato e domenica, dai militari israeliani, in acque internazionali, la nave…
“Abbiamo il Parco a Cibali”, “La nostra lotta ha pagato”. Sono alcune delle reazioni alla…
Cristina, alla fine degli anni novanta - al tempo del millennium bug - usa la…
Una volta era la Milano del sud, per chi voleva sottolinearne l’efficienza e la laboriosità.…
Sono giovani, hanno circa trent’anni, risiedono in comuni diversi della nostra isola, lavorano in settori…
View Comments
Intanto,anziche'pensare a ristrutturarlo io farei implodere il tristemente famoso palazzo della droga.Sia come fatto simbolico che pratico.
AVVISO IMPORTANTE!!!! l'incontro-dibattito di domani si svolgerà al Castello Ursino anziché al Palazzo della Cultura sempre alle 17:00 per problemi tecnici della struttura