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Da Cinisi a Palermo, sulle orme dei martiri antimafia

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Ripercorrere il cammino degli ‘eroi’ antimafia per conoscere le loro storie e capire le loro scelte. Lo hanno fatto gli alunni del biennio del Liceo Don Bosco di Catania, guidati dai loro insegnati, in vista della beatificazione di don Pino Puglisi, prevista per oggi. Ce la raccontano attraverso la penna del loro docente di lettere, Marco Pappalardo.
Ci sono storie di vita che non vanno dimenticate e il cui racconto rinnovato serve per non perdere di vista il vero senso della realtà e dei problemi. Ci sono vite che devono essere conosciute da vicino, nei loro luoghi, dove sono diventate grandi testimonianze. Non basta leggerle nei libri, non basta vederle nei film, c’è bisogno di incontrarle da vicino, sentirne l’odore, toccarne la passione e a volte vederne il sangue del martirio.
Per questo lo storico Liceo classico e scientifico “Don Bosco” di Catania ha scelto a fine aprile di far vivere una due giorni palermitana agli studenti del biennio, facendogli percorrere le strade di Padre Puglisi, di Falcone e Borsellino, di Impastato e di altri modelli viventi di impegno per la legalità e lotta alla mafia.
Accompagnati con cura dall’associazione “Addio Pizzo” di Palermo, abbiamo alloggiato e mangiato in hotel e ristoranti pizzofree, quale contributo concreto e sostegno (anche economico) a chi dice di “no” ai soprusi e crede nella giustizia.
I nostri primi passi li abbiamo percorsi tra le strade di Capaci fino a raggiungere la zona sotto l’autostrada in cui si trovano gli obelischi che ricordano la morte del giudice Falcone, della moglie e di alcuni uomini della scorta; un giovane, ai tempi della strage un ragazzino, ci ha raccontato quanto ha sentito e visto in quel maggio del 1992.
Da Capaci a Partinico la strada è breve, ma intensa l’esperienza vissuta nella sede di Telejato insieme al giornalista Pino Maniaci; con il suo linguaggio colorito ma deciso contro la mafia e quanti la sostengono, i ragazzi hanno vissuto un paio d’ore di telegiornale con approfondimenti, diventando essi stessi protagonisti di questa emittente coraggiosa e onesta.
La terza tappa è stata Cinisi: a pochi giorni dalle celebrazioni in memoria di Peppino Impastato abbiamo percorso i “cento passi”, fisicamente e storicamente, che distanziano la sua casa-memoriale da quella del boss Badalamenti, oggi bene confiscato alla mafia. In quest’ultima, dove fu ordinato il brutale assassinio di Impastato, abbiamo parlato di legalità, giustizia, coraggio, segno che è possibile cambiare e sperare!
Il secondo giorno è stato dedicato prima al ricordo di Borsellino in cammino tra le vie di Palermo e in ascolto presso la cittadella della giustizia; poi le nostre storie salesiane hanno incrociato quelle del salesiano don Enzo Volpe e dei volontari dell’Istituto Santa Chiara, oratorio e centro di accoglienza per ragazzi a rischio ed immigrati del quartiere Albergheria. La lotta per la legalità oggi come ieri passa attraverso l’educazione ed il dialogo, attraverso luoghi sereni in cui ritrovarsi e giocare, pregare e formarsi, creare relazioni significative e poter anche studiare.
Il resto della giornata è stata utile per conoscere la storia ed il messaggio di don Pino Puglisi, sacerdote palermitano ucciso dalla mafia e prossimo alla beatificazione il 25 maggio. Un prete che, in virtù e con la forza del Vangelo, – come ci ha testimoniato Gregorio Porcaro che fu il suo braccio destro – ha cercato il bene per il quartiere di Brancaccio, per le famiglie, per i ragazzi. Non un sacerdote con l’etichetta dell’antimafia e la scorta, ma un uomo di Dio che ha vissuto le virtù evangeliche fino al martirio e il cui sangue versato è divenuto seme fecondo per la terra in cui stato versato e non solo.
Il tutto è stato condito dalla bellezza dello stare insieme, dalla condivisione della quotidianità, dalla gioia propria di questa età, dai momenti di relax, dai canti sul pullman, dal rafforzamento del legame alunni-prof.
Adesso faremo in modo di ricordare queste giornate, non solo con le foto, ma con i fatti e la condivisione dell’esperienza, perché le storie coraggiose di ieri entrino in circolo nel vissuto di tutti i giorni e diano frutto.

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