“Nella vita mi hanno apostrofato in ogni modo: chierico rosso, prete comunista, protettore dei tossici. Ma si sono dimenticati che sono anche amico delle prostitute, dei devianti, dei balordi, dei border line, dei migranti, di tutti coloro che viaggiano ai margini della società. Un prete da marciapiede, insomma. E’ lì che vivo, ogni giorno ed ogni notte, cercando la speranza insieme alle persone che incontro. E’ lì che mi è stata insegnata la vita. Il posto di un prete è fra la gente: in chiesa, per strada, in fabbrica, a scuola, ovunque ci sia bisogno di lui, ovunque la gente soffra, lavori, si organizzi, lotti per i propri diritti e la propria dignità”, scriveva Don Andrea.
Ma lo abbiamo incontrato anche quando ha accettato di confrontarsi, a Genova, con un nutrito gruppo di studenti catanesi (che ripercorrevano da Marsala a Quarto il cammino dei Mille) per provare a raccontare, in poche ore, il suo senso della vita. Cosa volete da un vecchio, ci aveva chiesto poco prima di presentarsi ai ragazzi.
Poi, li aveva tenuti inchiodati, seduti nelle panche della Chiesa, silenziosi e attenti come ogni professore vorrebbe trovarli in classe, mentre, tra un ricordo di Faber e il racconto del difficile rapporto
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Molto bello il pezzo, molto bello il video. Vi ringrazio. Non ho conosciuto don Gallo di presenza ma mi mancherà immensamente. Ciao. Marcello