Un'altro (sic!), il MIUR ci ricade

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In una rete di computer, è possibile cancellare dei file situati sull’Hard Disk di un’altro computer?” (MIUR, Modulo selezionato: n° 65). Magari, al MIUR e dintorni, sono un po’ sfortunati, ma com’è possibile che ogni volta che viene fatta una preselezione attraverso test (concorso per dirigenti scolastici, per personale docente all’estero, per l’accesso al TFA) la caccia all’errore dà sempre frutti copiosi?
Il modulo n° 65 è stato proposto nella selezione dell’ultimo concorso a cattedra per docenti, tanto per non smentire “le buone pratiche”. Probabilmente, però, in un “concorso truffa” è del tutto coerente avere quesiti di tal fatta. Proviamo a procedere con ordine.
Nella scuola, ogni anno, lavorano decine di migliaia di precari che garantiscono a tutti, nonostante classi pollaio e strutture ‘improbabili’, di godere del diritto costituzionale allo studio. In effetti, su ogni lavoratore precario lo stato risparmia circa 10.000 euro rispetto a un lavoratore a tempo indeterminato. Per questo motivo, nonostante i pareri della Commissione Europea, che ha contestato all’Italia “il ricorso a contratti a termine stipulati in successione”, si prosegue con questa politica.
Prima riflessione: visto che questi precari, nella stragrande maggioranza dei casi, sono abilitati all’insegnamento, cosa impedisce di occuparli a tempo indeterminato invece di assumerli, licenziarli per poi riassumerli? Peraltro, se non li si ritenesse in grado di insegnare non dovrebbero entrare in classe neanche a tempo determinato.
Si è detto, parole del Ministro della P.I., che il concorso è stato pensato per dare opportunità ai ‘giovani’. Come sempre, le bugie hanno le gambe corte. Le modalità di partecipazione hanno, infatti, escluso i neolaureati, l’età media dei concorrenti è stata di 38 anni, 45.000 partecipanti avevano fra i 46 e i 55 anni.
Queste considerazioni sono sufficienti per dimostrare l’inutilità di questo concorso, visto che prima di creare altri precari il semplice buon senso avrebbe suggerito di ridurre sensibilmente la platea dei docenti a tempo determinato.
Ma, ammettiamo pure che fosse necessario procedere a un nuovo reclutamento, le modalità scelte sono condivisibili? Coloro che hanno superato i test e dovranno affrontare prova scritta e colloquio orale sono effettivamente le persone più adatte a fare gli insegnanti, visto che le domande erano uguali per tutti, a prescindere dal tipo di scuola e dalla materia per la quale si concorreva (dalla scuola dell’infanzia a quella secondaria superiore di II grado)?
Come ha scritto Luciano Canfora, “non si possono degradare la scuola e un domani l’università, con questi quiz. La cosa è quasi banale: la stramberia consiste nel non sottoporre a prove autenticamente culturali e scientifiche: come una composizione di italiano, una traduzione dal greco o dal latino. In tutto il mondo civile si fa così”.
Analoghe critiche sono state formulate anche nel merito delle specifiche domande di informatica. Il presidente di AsSoLi, Renzo Davoli, professore associato di informatica all’Università di Bologna, ha dichiarato “che aridità e ignoranza dimostrano queste domande. Sembra che le ‘competenze digitali’ corrispondano al ‘saper usare un computer’, anzi uno specifico tipo di computer, con uno specifico sistema operativo e specifiche applicazioni.”
Sembra quasi che una maledizione abbia colpito il MIUR sin dal tempo del tunnel dei neutrini. Oggi, su molti mezzi di informazione, si sta ragionando sulle percentuali di promossi (superiori al nord) e sul sito del MIUR si può leggere: “analizzando i dati delle classi di concorso, i risultati sono direttamente collegati al percorso di studi dei candidati. Infatti, la percentuale degli ammessi delle classi di concorso delle secondarie (I grado 48,5%; II grado 45,0%) sono più che doppie rispetto a quelle dell’infanzia (18,9%) e della scuola primaria (22,9)”.
Rispetto alle percentuali regionali sarebbe interessante sapere quanti candidati al nord provenissero dal sud. Le osservazioni del MIUR fotografano, banalmente, la realtà, mentre andrebbe aperta una riflessione sullo stato della scuola, devastata dal continuo taglio di risorse, sulla necessità di investire sull’aggiornamento, sui passi indietro che, ‘grazie’ alle politiche degli ultimi anni, sono avvenuti nel miglior segmento dell’istruzione: la scuola primaria.
Sicuri che tutto questo non verrà fatto, proponiamo, tratto da Generatore automatico di esercitazioni per il concorso insegnanti di Mario Fillioley, un ulteriore (andava apostrofato?) quiz:
Quesito @gmail.com
Se l’asta è in bilico per il centro e c’è un peso da 425 kg a 40 cm dall’estremità destra e uno da 27 kg all’estremità opposta, allora significa che
1) Hanno di nuovo fatto lo scherzo dell’asta coi pesi a Bubka: Sergej, aspetta, non saltare!
2) L’asta, tenutasi presso Sotheby’s , viene ritenuta nulla a causa della regola: “due pesi, due misure”.
3) Asta la victoria, siempre.
4) Asta Tosta: oggetti tosti per tutti i gosti.
Provate a risolverlo, se ci riuscite siete pronti per affrontare la prova scritta.

7 Comments

  1. Affascinante come nella frase in cui si denuncia un errore ortografico se ne commetta uno di grammatica, sbagliando un congiuntivo.

  2. A proposito di congiuntivo: è il modo delle congetture. Questa invece è una certezza. La domanda è retorica. Il miur sbaglia sempre e non sono solo errori ortografici!

  3. Recepisco l’obiezione, ma qui si tratta di un “è possibile”. Ancora peggio, in un’interrogativa: in quale modo è possibile che…? Proprio perché la domanda è retorica, la sua essenza è lo stupirsi di una cosa che sembra improbabile, e invece avviene.

  4. Gentile Simone, La ringraziamo per i suoi
    interessanti interventi. Per quanto ci riguarda, sull’argomento in
    questione reputiamo maggiormente condivisibili le osservazioni di
    Luciano Satta, riportate nel forum dell’Accademia della Crusca.

  5. Assolutamente 🙂 E colgo anche l’ironia sugli “interessanti interventi”. So di aver avviato una discussione su quello che non era l’argomento del post. Chiedo scusa, anche perché condivido le critiche rivolte all’esame. Buona giornata.

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