Generazione bruciata, perduta, quella dei trentenni? Se lo è lasciato sfuggire anche il ministro dello sviluppo economico. Ma i giovani che hanno quell’età, o ad essa si avvicinano, non hanno bisogno di dichiarazioni nè di successive smentite. Il problema lo vivono sulla loro pelle.
Pubblichiamo oggi una breve, diretta, lettera a Passera, inviataci da una “giovane” catanese che si sta specializzando all’Università di Pisa. Senza retorica, esprime il disagio proprio della sua generazione e chiede al ministro di non ignorare il problema e di agire, là dove si può, per aprire qualche prospettiva. Non solo per i ventenni.
Gentile Ministro Passera
ho 27 anni e sono una specializzanda in Pneumologia a Pisa. Faccio parte della schiera dei giovani che voi dite di volere aiutare e lanciare verso il futuro. Le scrivo a proposito di questa “giovinezza” tanto discussa, sempre sulle vostre bocche, per farle presente un problema: a che età finisce?
Il mio ragazzo (padre impiegato pubblico e madre licenziata da un’azienda in crisi, dopo 8 mesi senza stipendio) è stato meno bravo di me e si laurea (Laurea Magistrale) a 31 anni in Filosofia mentre cerca disperatamente lavoro: è giovane lui? o è già troppo vecchio per essere aiutato e lanciato nel futuro? Ovviamente come lui ce ne sono migliaia, chi più chi meno brillante, ma sempre giovani.
Nel vederlo cercare lavoro mi sono resa conto di un grosso problema che penso sia – tutto sommato – semplice da risolvere. I concorsi pubblici hanno dei limiti di età che forse andrebbero rivisiti anche alla luce della “flessibilità in uscita“. Parlo dei concorsi per le guardie forestali, per i vigili urbani, per i carabinieri, per la polizia… ecc..
E poi ci sono le aziende che mettono i loro limiti d’età. Tutti (o quasi) sotto i 30 anni, spesso sotto i 28 anni. Quindi a me resta 1 anno di giovinezza e il mio fidanzato, senza quasi esperienza lavorativa e una laurea che in Italia equivale a niente, cosa deve fare? E tutti quelli come lui cosa devono fare?
E tutti quelli che vengo licenziati per riduzione del personale a 40, 50 anni cosa devono fare? Non pensa che almeno nei concorsi pubblici si potrebbero togliere i limiti d’età? Insomma se io, trentacinquenne, sono più preparato di un ragazzo di 24 anni, perchè mi devo vedere tagliata a priori una possibilità di lavoro?
Le ricordo anche che questo problema va a toccare un altro punto fondamentale della situazione italiana. La famiglia. Io non posso mettere su famiglia e chissà quando la potrò metter su visto che i 30enni sono bruciati. O no? Ci troviamo di fronte al grande problema italiano: tutti dichiarano di voler difendere la famiglia, senza riflettere su cosa veramente serva alle famiglie, vecchie e nuove, per andare avanti o semplicemente per cominciare.
La ringrazio dell’attenzione,
M. B.
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