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Mario Incudine e il concerto diventa festa

Mario Incudine. Ovvero come trasformare uno spettacolo in un grande concerto e un grande concerto in una festa. Tra passato e futuro, tradizione e innovazione, Incudine è tutto e di più: cantante, attore, ricercatore, musicista e autore di colonne sonore, cantastorie e cantautore, grande artista e animale da palcoscenico. E’ uno dei personaggi più rappresentativi della nuova world music italiana, fra elementi di musica tradizionale, popolare e etnica.
Solo nell’ultimo anno ha tenuto 100 concerti dal vivo. Uno di questi a Catania, il 16 giugno scorso, al teatro Verga, dove ha presentato il suo nuovo album “Italia Talìa”, Italia guarda, caratterizzato da testi che alternano l’italiano al dialetto siciliano; alcuni scritti in collaborazione con Kaballà e “Lassa e Passa” che vede la presenza di Nino Frassica sia come co-autore sia come interprete.
E’ stato un crescendo di entusiasmo, di applausi – come si diceva una volta – a scena aperta, di coinvolgimento del pubblico, di euforia, sulle note delle canzoni , le sue ma anche quelle degli altri, reinterpretate e diventate musica nuova di zecca. Come Bocca di Rosa di De Andrè che, tradotta dallo stesso Incudine in siciliano e diventata Vuccuzza di ciuri, viene inserita nella compilation “Canti Randagi” , prodotta dalla Fondazione De Andrè e distribuita dalla Universal (“Era chiamata vuccuzza di ciuri /faceva l’amuri, faceva l’amuri /e lu faceva di tutti i maneri /di ‘ncapu, di sutta, davanti e darreri”). E poi Canzone di Dalla; musica e parole sono le stesse, ma la voce e l’arrangiamento ne fanno qualcos’altro. Non sono mai copie, mai imitazioni, sempre interpretazioni originali.
Su tutti i brani regna l’impegno. Il dramma dell’emigrazione, quella di una volta dall’Italia e quella di oggi verso l’Italia, come in Novumunnu o in Salina. Incudine parla di mescolanza di suoni e di popoli e nella sua musica troviamo fusi , stilemi antichi della nostra isola e sonorità arabe, tamburi maghrebini e cornamuse siciliane. “La mia musica ha già da tempo fatta sua la mescolanza e se ne è arricchita. Noi siciliani siamo frutto di mescolanza. Oggi più di ieri non possiamo prescindere dal rapporto con quelli che chiamano clandestini. I siciliani devono capire quello che la musica sa da tempo, quale vantaggio sia essere i più vicini all’Africa. Potremmo diventare anche noi un’America. Anche gli Americani si spaventarono quando arrivammo a Ellis Island. Eravamo poveri e straccioni ma contribuimmo alla grandezza di quel paese. I migranti non sono invasori, sono disperati come eravamo disperati noi, ma ci stanno insegnando tante cose”.
Non manca l’ironia come in Troppu very well, la storia di un siciliano fan degli Usa che si definisce così: “Adottivo americano, biddazzu come un californiano e parru come fussi un texanu -e quindi- troppu very well”. Altre canzoni, altri temi , Tammurriata d’amuri, Canticu e via entusiasmando in un concerto generoso, più di due ore di musica dal vivo con tanti bis. E anche un brano di magnifico teatro, “Lu trenu di lu suli“, che, con un crescendo iterativo, alla fine trasforma il testo di Ignazio Buttitta nello sferragliare del treno nella notte:”Va lu trenu nni la notti,/chi nuttata longa e scura:/non ci fu lu funirali,/è na fossa la vittura”.
Scorriamo il curriculum di questo artista anche se è impossibile da presentare in un post, tanto è fitto. Incudine ha collaborato con personaggi del mondo della canzone e dello spettacolo, da Moni Ovadia a Simone Cristicchi, da Tosca, a Antonella Ruggiero, a Kaballà . Ha cantato con Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Peppe Servillo, quello degli Avion Travel. In qualità di cantante e musicista, fa parte stabilmente dell’Orchestra popolare italiana dell’Auditorium del Parco della musica di Roma. E ancora: è il direttore dell’Orchestra EtnoMediterranea, una formazione di 18 musicisti provenienti da tutte le aree del magreb e dell’orchestra “SeteLuasOrkestra” produzione speciale del festival Sete sois sete luas presieduto dai premi nobel Dario Fo e Josè Saramago. Come direttore musicale del gruppo Pirati a Palermo, ripropone, con nuovi arrangiamenti, il repertorio della cantante Rosa Balistreri. Ha partecipato con la sua band a numerosi e prestigiosi festival di world music in tutta Italia e ancora in Spagna, Francia, Olanda, Belgio, Portogallo, Marocco, Algeria, Tunisia, Messico, Turchia, Bulgaria, Capo Verde, Canada ,Cina e  Stati Uniti. Nell’ultimo anno ha partecipato ai festival più importanti d’Italia da Umbria Jazz al Negro Festival, dal Kaulonia tarantella festival diretto da Eugenio Bennato alla Notte della Taranta e infine Claudio Baglioni lo vuole ospite nel suo prestigioso festival “’O scià” a Lampedusa insieme con i più grandi artisti italiani e internazionali. E questo è solo una piccola parte di ciò che ha fatto.

Avremmo voluto elencare tutto, attività, partecipazioni, eventi, ma non potevamo: i post troppo lunghi non li legge nessuno.

Argo

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