Tempi sempre più difficili per gli studenti
Infatti i docenti in esubero non solo seguiranno un percorso formativo ‘semplificato’ (che non è equivalente alla formazione specifica universitaria), ma, addirittura, potranno entrare in aula prima di averlo completato. Chi non accetterà sarà messo in mobilità per 3 anni e poi licenziato. I docenti in esubero vengono così costretti a partecipare a questa ennesima umiliazione della scuola pubblica e si determina un’ennesima “guerra fra poveri” che vede contrapposto il personale in esubero e il personale precario.
Secondo i Cobas scuola, che insieme con la USB, hanno definito inaccettabile la soluzione imposta, bisogna andare nella direzione opposta, mettendo al centro il diritto delle persone diversamente abili ad essere realmente integrate all’interno della scuola pubblica. Per far ciò occorre preliminarmente abrogare la controriforma Gelmini, ridando dignità e risorse per il lavoro scolastico, garantendo strutture decenti e abolendo le classi pollaio.
Occorre investire sul sostegno, immettendo in ruolo sui posti disponibili i precari specializzati e utilizzando il personale in esubero come risorsa aggiuntiva nelle scuole di titolarità, senza intaccare l’organico di sostegno. Una soluzione, quest’ultima, che verrebbe effettivamente incontro ai bisogni degli alunni diversamente abili e delle loro famiglie.
Di fronte a un quadro così negativo, va, però, segnalato anche qualche parziale successo. A Torino, grazie all’azione congiunta di Cobas scuola e precari del sostegno, nel prossimo anno scolastico le cattedre di “diritto” (destinate, quindi ad una eventuale immissione in ruolo) del sostegno delle scuole superiori saranno molte di più, in considerazione del fatto che è cresciutoil numero di alunni diversamente abili che frequentano la scuola secondaria superiore.
A Catania la protesta contro il ‘decreto riconversione’ ha come protagonista l’ Associazione Sostegno Precari Scuola, che è collegata con analoghi gruppi presenti a livello nazionale. Sui loro documenti si legge: “i docenti di sostegno sono persone che hanno studiato, hanno conseguito una laurea, più abilitazioni […] Vi sembra poco? Vi sembra corretto ciò che sta preparando per noi il MIUR? […] tutti i docenti di sostegno precari [siamo] in ansia da oltre un mese. Il Miur ci vuol togliere la dignità, la vita e il pane quotidiano. Dopo anni e anni di precariato, nessuno può adesso venirci a dire: arrivederci e grazie. Noi, docenti precari nel sostegno, siamo umani, non merce da utilizzare quando serve, per poi essere scaricata”.
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Sono una docente in esubero da tre anni, costretta a seguire un percorso formativo ‘semplificato', tutto vero, ma non dimentichiamo tutte le colleghe di sostegno che sono entrate grazie ai corsi a pagamento e dopo un paio di anni hanno perso "la vocazione" e sono passate nella comune. Ora cosa rispondete?