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Ancora sui professionisti dell'Antiracket

Il putiferio di commenti scatenato dal nostro articolo I professionisti dell’antiracket dimostra che si è toccato un tasto dolente. Oggi torniamo sull’argomento per dare spazio alla posizione del comitato di Palermo di Addiopizzo, oggetto di critiche da parte di altre associazioni e federazioni antiracket siciliane, che ha risposto alle nostre domande in ritardo rispetto ai tempi di programmazione del primo articolo.
La questione ruota attorno ai finanziamenti nazionali del Pon sicurezza che stanno per essere erogati e a quelli regionali prossimi venturi. Nel già frazionato arcipelago dell’antiracket siciliano sono emerse posizioni differenti: da una parte coloro che sono contrari e sostengono che il volontariato non può essere finanziato, dall’altra chi ha presentato curricula e domande ed ha ottenuto i fondi pubblici.
Nettamente contrari ai finanziamenti la Rete per la legalità e l’Asaec; tra i favorevoli Addiopizzo Palermo che avrà un finanziamento di 1.469.977,75 euro.
D – Una bella sommetta. Come gestirla?
R – Non tutto il finanziamento previsto dal Pon sarà gestito da Addiopizzo – dichiara Salvatore Forello, presidente di Addiopizzo Palermo – Infatti, una parte dello stesso è destinata al recupero funzionale e all’arredamento di beni appartenenti al Comune di Palermo (immobile di via Lincoln n.131) e al Comune di Gela (Palazzo Guttilla) per un ammontare complessivo di €. 301.713,75. Queste somme saranno utilizzate direttamente dai rispettivi comuni di concerto con l’ufficio del commissario nazionale antiracket per la ristrutturazione delle sedi dell’associazione antiracket Giordano di Gela e per quella di Addiopizzo a Palermo.
D- Rimangono 1.168.000,00 euro, centesimo più, centesimo meno. Come prevedete di utilizzarli? Qual è il vostro progetto?
R – Il progetto di cui è partner il Comitato Addiopizzo prevede il consolidamento di una rete di consumo critico antiracket fondata sulla legalità e sullo sviluppo. Sono previste la realizzazione di importanti e innovative strategie (quali la diffusione della pizzo free card e l’avvio dell’investimento collettivo) che hanno lo scopo di fidelizzare i cittadini-consumatori presso i commercianti che si oppongono pubblicamente al racket delle estorsioni mafiose.  Fondamentale obiettivo è quello di creare sempre maggiore stabilità e sicurezza fra le realtà imprenditoriali virtuose di Palermo e Gela, attraverso nuove forme di aggregazione con la società civile. Il Progetto prevede degli indicatori di risultato molto chiari e intelligibili, fra i quali il superamento della soglia dei mille aderenti alla campagna del consumo critico antiracket e l’aumento almeno del 30% delle denunce di pizzo.
D – Come evitare il pericolo di infiltrazioni che vanificherebbe gli sforzi dell’Associazione e renderebbe non più credibili anche gli altri imprenditori?
R – E’ un pericolo che abbiamo sempre corso. E’ insito nelle cose. Ma noi stiamo all’erta e abbiamo acquistato esperienza. Chiunque voglia infiltrarsi sa che corre il rischio di essere sconfessato e di essere consegnato alla magistratura e alla gogna mediatica.
D – Perché non utilizzare altrimenti le somme ricevute? Per esempio, per dare una mano agli imprenditori taglieggiati prima dell’arrivo dei contributi della legge 44?
R – Noi siamo sempre intervenuti a fianco degli imprenditori in difficoltà. L’abbiamo fatto e continueremo a farlo.
D – Come rispondete alla Rete per la legalità che scrive: “Innanzitutto il Progetto affidato ad Addiopizzo non sembra avere caratteristiche di sistema poiché interviene in due città della stessa Regione Palermo e Gela; non ha cioè una dimensione sovrarregionale che è uno dei requisiti previsti dai Progetti a carattere di sistema. Doveva quindi essere assegnato, quale beneficiario, ad una delle amministrazioni territoriale o regionale o locale”.
R – Il rilievo è privo di fondamento. La normativa, infatti, prevede, che sono considerati quali progetti di sistema anche i progetti che presentano dei caratteri di assoluta novità. Si tratta dei così detti “progetti pilota“. Adesso, come è ben noto, il “consumo critico antiracket” nasce a Palermo su iniziativa della nostra associazione ed ha avuto una prima embrionale diffusione nel territorio gelese. In queste zone si sono sviluppate ed elaborate iniziative di fidelizzazione avanzate ed innovative quali la festa-fiera pizzo-free, la pubblicazione di un libretto contenente la lista degli aderenti e il lancio del c.d.prodotto-certificato Addiopizzo. Quello che adesso e grazie al finanziamento del Pon si vorrebbe avviare è una seconda e più proficua azione che possa determinare una reale crescita del circuito economico del consumo critico antiracket. L’azione, quindi, per il suo carattere di assoluta novità, non può che esser realizzata per la prima volta nel territorio in cui è nato e si è già consolidato il circuito addiopizzo, ovvero Palermo e Gela. Il nostro progetto è un progetto pilota e quindi a carattere di sistema.
D – Questo stanziamento di più di milione di euro sarà destinato solo a Gela e a Palermo o in parte anche ad altri comitati Addiopizzo, per esempio a quello di Catania?
RNon è previsto da questo progetto un finanziamento per l’Associazione Addiopizzo Catania.
Abbiamo sentito anche il presidente del comitato catanese di Addiopizzo, l’avvocato Totò Grosso, che non si pronuncia sul Pon sicurezza.
D – Come mai ?
R – Il Pon è del 2007, Addiopizzo Catania è nato nel 2006. Eravamo troppo giovani per interessarcene e ne siamo rimasti fuori
D – E adesso che giudizio ne dà?
R – Non posso dare giudizi perché non ho studiato il bando. Addiopizzo Catania non c’entra nulla. Il mondo dell’antiracket lavora e lavora bene anche senza fondi. Del resto non vedo perché non approfittare di stanziamenti pubblici se li si utilizza per una buona causa.
Ci viene un dubbio. Che sia proprio Il Programma Operativo Nazionale Sicurezza, a essere strutturato male, a ingenerare sospetti e a provocare critiche.
“Gli obiettivi da raggiungere col Pon sicurezza sono talmente vaghi – asserisce Giusi Mascali, legale dell’Asaec Libero Grassi di Catania – da non essere controllabili. Porre come obiettivi l’incremento delle associazioni antiracket e quello del numero delle denunce rischia di tradursi in una norma criminogena che spinge a denunciare anche quando non esistano i presupposti. E in ogni caso un’associazione imposta dall’alto, non nata da una base, non ha la possibilità di inserirsi e propagarsi nel tessuto imprenditoriale ma rischia di essere o inutile o elitaria”
Staremo a vedere. Importante è che vi sia la massima trasparenza nella gestione dei fondi e nell’attuazione dei programmi. Con questo auspicio vogliamo chiudere questo articolo, augurando altresì buon lavoro al mondo dell’antiracket. E che sia buono davvero.

Argo

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  • bisogna chiudere immediatamente queste assoiciazioni antiraket perchè causa di sprechi ignobili . Ai poveri imprenditori vengono elemosinate le somme necessatyioe per poter dare acconti ai propri credtori mentre a soggetti del tutto inutili e parassitari vengono elargite somme indecenti. Bisogna subito espropriare i conti di questi enti che sotto le mentite spoglie di tutori dei soggetti usuratiu e ricatytati nascondono gli interessi di piccoli sparvieri che lucrano sulle lacroime e sul sangue di chi è caduto nel miraggio della denuncia. penale ed ha posto le basi per essere danneggiato irreparabilmente.

  • mentre i signori di Addiopizzo non sanno come spartirsi la torta, gli imprenditori che hanno denunciato sono sotto minaccia e debbono tenmere per i loro benio e per la loro vita. Ebbene, un im prenditore di mia conoscenza che ha denunciato gli estortori e non era in regola con le bollette elettriche , ha subito il taglio della fornitura e deve temere per la produzione della Cantina. Come possono i marpioni dell'antiraket perceèire soldi dallo Stato?

  • Signora Arena se avesse un pò di pudore dovrebbe vergognarsi per le sue gratuite,infondate e pretestuose filippiche.
    Sono sei anni che vado nelle scuole a parlare di legalità senza mai aver chiesto e\o ottenuno un centesimo di euro.
    Continuerò a farlo anche nei prossimi anni con la rinnovata consapevolezza che ancor più di coloro che vogliamo combattere e che ammorbano questa nostra terra bisogna esecrare quelli come lei che si riempiono la bocca di giudizi assolutamente privi di fondamento.
    Quanto, infine, all'imprenditore di sua conoscenza non in regola con le bollette dell'Enel mi chiedo e le chiedo se è lo stesso imprenditore che ha commissionato uno spot ad una agenzia di pubblicità, perchè se cosi fosse mi consenta di dubitare sulla bontà delle scelte imprenditoriali dello stesso

  • rispondo perchè spero di ammansire il suo ingiustificato livore, fondato, credo, su informazioni incomplete ed errate. Non contesto il suo passare da una scuola all'altra per parlare di " legalità" . E' solo un modo di avvicinare i giovani con argomenti che non concludono nulla perchè la legalità conduce sovente al reato ed al danno sociale. Anche nei paesi a regime socialista o in Cina si discute di legalità e si discetta su argomenti ignobili perchè anche le leggi possono disconoscere i diritti umani. Come nella Cina tanto vantata da personaggi politicamente discutibili. A mio giudizio sovente parlano di legalità le persone che della legge hanno una conoscenza molto superficiale perchè non basta invocare la legge. Bisogna anche conoscere come la legge viene interpretata e poi applicata. Egregio signore, se lei avesse seguito con attenzione la polemica sulle organizzazioni antiraket avrebbe appreso che ci sono stati e ci sono ancora stanziamenti di somme per queste accolite di personaggi che incamerano una percentuale per ogni imprenditore caduto nell'inganno della denuncia penale. Non proseguo oltre perchè sono certa che lei se non ha una conoscenza approfondita del diritto civile e di quello penale può parlare nelle scuole di legalità ma solo per avere domani dei veri e propri terroristi. Le rendo noto inoltre che lo spot del noto imprenditore (vessato da Banche locali e nazionali e da professionisti di fama ma molto accreditati in ambienti dell'alta finanza catanese ) è stato barattato con merce ed è frutto, come del resto tante altre iniziative che lo hanno visto al centro dell'attenzione, di una solidarioetà che gli manifestano le persone che hanno una cultura diversa dalla sua e che conoscono i meccanismi del sistema di mercato capitalistico. Credo di aver scritto tanto.Se vuole , faccia altre domande. Sarò ben felice di replicare.

  • "è necessario che avvengano divisioni tra voi perchè si manifestino quelli che resistono a questa prova"(1 Corinzi 11,19)
    ...gli estortori si staranno fregando le mani felici !
    p.s.: illuso e disilluso farebbero meglio a firmare

  • Egregia signora Arena non ho alcuna domanda da porLe perché ciò che ha scritto si commenta da se.
    Solo alcune,brevissime, precisazioni:
    1.le assicuro che il livore non mi appartiene, l’indignazione sì.
    Sono certo che Lei sarà in grado di comprendere la differenza. Se poi, oltre ad essere una fine conoscitrice del diritto, fa parte dell’Accademia della Crusca, la prego di non tener conto di questa mia precisazione.
    2.se proprio vuole dedicarsi alla nobile arte di …ammansire sarò ben lieto di segnalarle uno dei pochi allevamenti di asini ancora presenti nella nostra regione. Non si disturbi a ringraziare
    3.mi spiace deluderLa ma ho seguito con attenzione la vicenda rectius polemica sulle organizzazioni antiraket, al pari della vicenda che riguarda l’imprenditore al quale Lei si riferisce, tanto che ricordo esattamente le dichiarazioni rese al riguardo da tale…Giovanni Salvi, Procuratore della Repubblica di Catania.
    Le trova qui http://www.lasiciliaweb.com/index.php?id=72607/cronaca/imprenditore-vittima-del-racket-la-procura-di-catania-seguiamo-il-caso
    Le ripassi con l’attenzione che meritano
    4.le chiedo scusa anticipatamente se non risponderò più su queste pagine. Mi rendo conto che per Lei sarà difficile comprendere la scelta di dedicare il proprio tempo libero al malsano tentativo di "avvicinare i giovani al reato e al danno sociale", continuando a parlare di legalità, ma continuerò ad …"passare da una scuola all’altra", lasciando ai fini conoscitori del diritto come Lei l’arduo compito delle dotte dissertazioni sulla Legge che, evidentemente, Le appartengono.

  • Per la Signora Arena, senza voler alimentare polemiche, non mi sembra che gli imprenditori siano sempre lasciati soli...
    http://www.lasiciliaweb.it/index.php?id=72607/cronaca/imprenditore-vittima-del-racket-la-procura-di-catania-seguiamo-il-caso
    Santo Sorbello
    -Imprenditore vittima del racket, risarcito in toto dallo stato.
    -Socio ASAEC dal 1994, firmatario della lettera di critiche al PON.
    -Titolare di azienda facente parte della lista degli imprenditori antiracket di Addiopizzo Catania e Palermo

  • le notizie sugli imprenditori risarciti vanno prese con le molle. Non sempre il risarcimento è pari al danno subito e in ogni caso l'impresa commerciale riceve un danno per il semplice fatto che ha ritardatoi ni pagamenti ai fornitori.E poi, dover vagare da un ufficio della Procura all'altro, farsi negare il fido dalle Banche che hanno provocato il dissesto è un fatto grave che incide sulla vita dell'imprenditore che ha creduto nella denuncia degli usurai. Le associazioni antiraket sono solo supporti di carattere pubblicitario che nulla fanno e chiedono tanto in termini di quattrini.Ai critici ad oltranza consiglio di attingere informazioni dalle persone competenti e da quelle che conoscono le leggi antiusura. E poi dove mettere gli uffici delle prefetture che dovrebbero assistere l'imprenditore ma il più delle volte assistono i malfattori? Bisogna aver contezza delle diverse situazioni e poi parlare anche di legalità nelle scuole.Ed a proposito di queste ore di studio impiegate per far parlare impegnati affabulatori , vi consiglio di studiare la legge n. 44 del 1999 e quella regionale istitutiva del Fondo pensioni per la regione siciliana. Se l'oratore riesce a cogliere il proposito truffaldino nascosto nella legge istitutiva del Fondo pensioni , bisogna star certi che l'allievo capirà quanti sprechi di denaro pubblico vengono fatti in nome della solidarietà. Il Fondo pensioni eroga stipendi ad amici dei potenti ed è una fonte di spreco di denaro pubblico inimitabile.

  • Signora Arena, mi astengo volontariamente da ogni commento
    e Le pongo un'unica domanda così che vi si possa concentrare,non la possa eludere e possa rispondere serenamente:
    la Sua conoscenza delle leggi a tutela di chi denuncia e le Sue pretese,
    come si collegano con le dichiarazioni del Procuratore Salvi
    (già citate due volte nei commenti precedenti anche se evidentemente non le ha ritenute meritevoli di attenzione visto che non ha mai risposto in tal senso;e avrebbe dovuto,perchè le parole del Procuratore rispondono chiaramente a tutte le Sue domande)?
    Gliele cito cosi non deve nemmeno aprire i link:
    "Con altrettanto rigore si procede per i fatti nei quali Puglia è indagato o imputato. Tutti questi accertamenti - conclude il procuratore capo di Catania - sono indispensabili perché interventi ulteriori di sostegno siano erogati secondo quanto prevede la legge".
    Certa di una Sua intellettualmente onesta risposta,
    Le porgo distinti saluti.

  • Prometto di tacere anch'io da adesso in poi, ma non prima di farLe notare che, a mio avviso, non sono le notizie sugli imprenditori risarciti che vanno prese con le molle bensì quelle sugli imprenditori da risarcire, e ciò lo si può leggere anche nel significato delle parole del Procuratore Salvi.
    Buon proseguimento.

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