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Da Venezia a Messina il fango di Giampilieri

foto Carmelo Imbesi dal web

E’ tornato a Messina il regista messinese Marco Dentici. E lo ha fatto per presentare il suo ultimo docufilm-denuncia “Caldo grigio, caldo nero”, proposto nella sezione Controcampo della mostra del cinema di Venezia. Il film racconta la tragedia dei paesi del Messinese colpiti dal nubifragio del 2009. La proiezione nel teatro Vittorio Emanuele della città dello Stretto, voluta dal comitato “Salviamo Giampilieri“, è stata la prima di un’agenda di appuntamenti che ha portato il film in altri teatri siciliani (il 10 ottobre è stato al Politeama di Palermo). Successivamente andrà nelle sale italiane.
Perchè quel titolo? «Nel film – spiega il regista- c’è una bambina che in una giornata calda colora riproducendo statue che ha in casa e con le quali ha un dialogo immaginario. A un certo punto c’è un’alluvione, quella del 2007 che precedette quella più tragica del 2009. La bambina guardando il cielo afferma che è grigio. Diverso è l’atteggiamento della piccola quando c’è l’alluvione del 2009: spaventata, dice che tutto il cielo è nero. Caldo grigio quindi anche perché nella prima alluvione non ci sono stati morti, caldo nero perché nel secondo nubifragio purtroppo ci sono state delle vittime. Da notare come dopo la tragedia del 2007 niente sia stato fatto per evitare quella del 2009».
Dentici ha iniziato a lavorare al film immediatamente dopo la tragedia. Ha accumulato immagini per oltre un anno. Dovevano essere solo spunti per il film. Poi, visto che difficoltà di carattere burocratico avevano reso impossibile la realizzazione del lavoro, i produttori gli hanno suggerito di farne un documentario. E’ nato così “Caldo grigio, caldo nero”.
Dentici è orgoglioso di aver portato il film al festival del cinema.
«È stata una grande soddisfazione come autore – dice- andare con un film di questo tipo a Venezia. Una pellicola impertinente che disturba. Io l’ho definito come un calabrone che si infila in un grande salone delle feste. Portare il fango in una vetrina internazionale come la mostra di Venezia è particolare».

Argo

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