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L'acqua è nostra e la gestiamo noi

La privatizzazione dell’acqua rientra in quella specie di mantra neoliberista ‘privato è bello e meglio’ che, da qualche lustro a questa parte, sembra aver pervaso tutti gli ambiti dell’economia.
L’analisi dei fatti reali dice che non si tratta di un assioma ma di un teorema tutto da dimostrare. L’unica certezza è che, laddove sono entrati i privati, sono aumentate le tariffe.
Quanto alla maggiore efficienza Emilio Molinari, fra i fondatori di “Contratto mondiale per l’acqua”, ricorda che l’acquedotto pugliese, famoso per le sue perdite, con la nuova amministrazione voluta da Vendola, sta velocemente ritornando alla normalità
Altro esempio: la rete idrica più colabrodo di tutti è quella di Roma, gestita dalla privata Acea; la più efficiente è quella milanese, a gestione pubblica.

Il fatto è che, man mano che l’acqua diventa un bene dalla disponibilità limitata, comincia ad essere un business interessante ed è naturale che solletichi l’appetito delle multinazionali del settore.
In molte regioni sia del centro che del sud, in Sicilia, in Calabria, nel Lazio, in Toscana, in Campania, in Liguria, la gestione dell’acqua è stata privatizzata e la situazione non è affatto migliorata.
In Sicilia, in particolare, i risultati degli Ato idrici con la partecipazione di privati, laddove sono stati costituiti, sono stati deludenti, senza contare il rischio delle infiltrazioni mafiose, che si sono già registrate, ad esempio a Trapani. Ma nella maggior parte delle province la situazione è ancora molto fluida e confusa.
Molti sindaci si sono rifiutati di consegnare alle società di gestione le reti idriche cittadine, temendo un aumento delle tariffe a fronte di investimenti minimi.
Lo stallo è completo a Catania, dove l’affidamento alla Servizi idrici Spa fu fatto fuori tempo massimo e la gara per l’aggiudicazione è stata annullata dal Cga, su sollecitazione di Idv e Federazione della sinistra catanesi. «Eppure – racconta Anna Bonforte (Comitato per l’acqua pubblica) – la società è ancora lì ed è servita solo per gonfiare i CdA. Nessun investimento fatto ma sono aumentati i costi di gestione».

Argo

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