Luca Argentero, e Vittorio Emanuele Propizio ci parlano dei diritti dei bambini, Carolina Crescentini interpreta la lapidazione; Sabrina Impacciatore e Giulia Michelini condannano la discriminazione basata sull’orientamento sessuale; Peppino Mazzotta dà il suo volto alla denuncia della lunga detenzione; Ana Caterina Morariu è contro la fucilazione; Filippo Nigro contro la condanna a morte per sedia elettrica, Giulia Bevilacqua contro quella per iniezione letale. Lara Okwe ci parla della discriminazione razziale; Primo Reggiani condanna l’impiccagione mentre Dino Santoro prende le difese dei malati mentali e Gianmarco Tognazzi non vorrebbe più discriminazione sociale.
Amnesty international nasce il 28 maggio del 1961 con un articolo dell’avvocato londinese Peter Benenson sul The Observer. Nasce con un moto di indignazione e con la campagna che seguì alla notizia dell’ennesima condanna per reati di opinione: sette anni di detenzione a due studenti portoghesi rei di aver brindato alla libertà. L’avvocato Benenson scrive:“Aprite il vostro giornale ogni giorno della settimana e troverete la notizia che da qualche parte del mondo qualcuno viene imprigionato, torturato o ucciso perché le sue opinioni o la sua religione sono inaccettabili al suo governo”. Da allora e per 50 anni molte campagne si sono susseguite, per i prigionieri dimenticati, contro la pena di morte, fino alla più attuale “Io pretendo dignità”. Centinaia di migliaia di persone hanno ritrovato la libertà o hanno avuto la vita salvata grazie a un appello. Diverse norme internazionali, come il Protocollo opzionale dell’Onu sui bambini soldato o la Convenzione sulle sparizioni forzate, sono state sviluppate grazie al contributo di Amnesty International. Una mobilitazione che ha aperto la strada all’istituzione della Corte penale internazionale.
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