Da lunedì fino a giovedì mattina gli alunni del Liceo Boggio Lera si sono riuniti in gruppi di studio, hanno organizzato momenti di
Gli studenti del Liceo Scientifico Statale E. Boggio Lera, in data 2/12/2010, in seguito ai dibattiti nati durante il periodo di cogestione in cui si è analizzato l’attuale stato dell’ istruzione pubblica italiana, riuniti in assemblea, hanno occupato il suddetto edificio.
La ragione che ha portato a tale gesto è la volontà degli studenti di essere parte attiva di quel movimento di protesta e dissenso che sta scuotendo l’ Italia dell’ istruzione.
Attraverso la cogestione, anche gli alunni che non avevano preso coscienza della situazione attuale dell’istruzione italiana, hanno riconosciuto le conseguenze della mancanza di adeguati finanziamenti per la scuola pubblica, riscontrabili nella mancanza di supplenze e nel ridotto ed insufficiente numero di operatori ATA ed addetti alla pulizia dell’ edificio. Le conseguenze che paghiamo sono un abbassamento della qualità didattica ed una condizione igienico sanitaria inaccettabile.
Troviamo improponibile, nonché anticostituzionale, che vengano contemporaneamente ridotti i fondi stanziati per le borse di studio ed aumentati invece i finanziamenti per le scuole private.
Art. 33 (della Costituzione) “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Art. 34 “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
“La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
Seguendo le linee guida del Trattato di Lisbona, che si propone di creare un’ Europa competitiva basata sulla conoscenza e lo sviluppo, molti Paesi stanno reagendo alla crisi investendo in ricerca ed istruzione. L’ Italia si muove esattamente nella direzione opposta, ed a farne le spese siamo noi.
Di fatto ci siamo resi conto di come l’ istruzione italiana stia assumendo una connotazione elitaria, in cui viene meno il principio della meritocrazia, e si privilegia invece chi non riscontra difficoltà nel sostenere il crescente onere di una cultura che costa.
La Riforma Gelmini si colloca in un quadro più ampio di de-finanziamento della cultura. In un momento in cui il futuro di molti di noi sembra essere precario, crediamo che la pubblica istruzione debba e possa rimanere il primo spazio di vera democrazia in cui poter appianare le differenze sociali con i dovuti investimenti.
Comitato di Occupazione Boggio Lera.
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