La manifestazione antirazzista svoltasi a Catania giovedì scorso ha avuto una ampia partecipazione non solo di attivisti catanesi, ma anche di comunità migranti. L’argomento è molto “caldo”. Respingimenti e ‘sanatorie truffa’ rendono infatti ogni giorno più difficile la vita per le persone extracomunitarie e meno ospitale, e civile, il nostro Paese.
Tre settimane fa i migranti – più di cento – intercettati in un barcone vicino Riposto, “sono stati reclusi (come hanno denunciato le organizzazioni antirazziste catanesi) per circa due giorni all’interno del Palanitta. Una struttura sportiva assolutamente inadeguata per chi necessitava di cure e assistenza, all’interno della quale, a norma di legge, nessuno sarebbe dovuto essere identificato e i minori non avrebbero dovuto dormire”.
In questo modo, è stato negato loro ogni diritto, sino all’espulsione di tutti gli adulti presenti, ‘rispediti’, è il caso di dirlo, in Egitto, o meglio nelle carceri egiziane. Non stupisce, perciò, che anche a Catania, come in tante altre parti dell’Italia, crescano indignazione e proteste.
Il 18 novembre la mobilitazione, promossa congiuntamente da organizzazioni antirazziste italiane e comunità straniere, ha messo al centro la denuncia di quanto avvenuto al Palanitta e della ‘sanatoria truffa’, che rappresenta, dopo l’entrata in vigore del cosiddetto pacchetto sicurezza, l’ultima possibilità per mettersi in regola. La sanatoria infatti si è trasformata in una vera e propria estorsione per tanti, troppi, migranti costretti a pagare a ‘italiani senza scrupoli’ cifre significative (da due a seimila euro) per quello che è diventato un vero mercato nero dei documenti necessari per ottenere il permesso di soggiorno.
Più di cinquecento persone hanno manifestato sotto la sede della Prefettura (particolarmente folta la rappresentanza del Bangladesh) e, mentre una delegazione veniva ricevuta dalle autorità, un gruppo di musicisti senegalesi, con i loro travolgenti djambè, ha ulteriormente animato il presidio, coinvolgendo anche numerosi passanti. Come riferisce Alfonso Di Stefano (rete antirazzista): “la delegazione ha discusso delle criticità nazionali e locali relative al rinnovo del permesso di soggiorno e delle colpevoli lungaggini burocratiche, dovute non solo a problemi tecnici. E si è impegnata ad aprire una vera vertenza contro la sanatoria-truffa, in stretto raccordo con le realtà nazionali e regionali, che veda protagoniste le comunità migranti presenti nella nostra città”.
Successivamente, in corteo, tutti i protagonisti si sono spostati in Piazza Stesicoro, dove sono stati proiettati filmati e video relativi agli avvenimenti del Palanitta e alla lotta dei migranti bresciani.
Per capire meglio il meccanismo della sanatoria-truffa leggi su Argo Giù dalla gru, non solo a Brescia
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