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Migranti, in carcere al Palanitta e senza avvocato

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Pare siano arrivati su un peschereccio d’altura, i circa 130 migranti che sono stati intercettati al largo e costretti ad approdare ieri sulla nostra costa dall’intervento della Guardia di finanza, dopo una notte definita da La Sicilia “rocambolesca”.
E’ la conferma che gli sbarchi continuano. Sono cambiate le modalità, vale a dire i mezzi di trasporto e le rotte. Non più barconi, ma pescherecci e barche a vela, anche di lusso o di grandi dimensioni. Vari e diversi dal passato i luoghi di partenza e di approdo.
Dopo avere alimentato per anni le peggiori pulsioni contro gli stranieri, i ‘clandestini’ (comunque utili per svolgere, sottopagati e senza alcuna tutela, i lavori rifiutati dai nostri connazionali), la strategia dell’attuale Ministro degli Interni (il leghista Roberto Maroni) e del capo del governo si conferma nella volontà di tranquillizzare l’opinione pubblica negando l’esistenza stessa del problema.
La parola d’ordine è “respingere”, anche rischiando di violare non solo i più elementari diritti umani, ma la stessa legge. Non avendo a disposizione, qui a Catania, un CIE, gli stranieri (compresi i minori)sono stati condotti in una sorta di luogo-limbo, il Palanitta di Catania, struttura sportiva abbandonata, simbolo della pessima gestione  del patrimonio pubblico della nostra città. Lì è avvenuta l’identificazione. Ma non si doveva fare necessariamente nei Centri di Identificazione e di Espulsione?
All’interno del Palanitta è stato inoltre impedito l’accesso a chiunque intendesse entrare per recare conforto e assistenza, richiesta più volte formulata dalle organizzazioni umanitarie e solidali presenti, compreso l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni unite, ma rifiutata dal Prefetto, nonostante il parere positivo del Pubblico Ministero. Un rifiuto incomprensibile ma coerente con la volontà di procedere all’espulsione dall’Italia di tutti i maggiorenni.
Inviati in vari Centri  i minori,  i presunti scafisti sono stati rinchiusi nel carcere di piazza Lanza, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I rimanenti ‘clandestini adulti’ sono stati caricati sui pullman per il trasferimento in aeroporto.
Gli antirazzisti presenti (diverse decine) hanno bloccato la partenza degli autobus ponendo come condizione che preliminarmente avvenisse un incontro fra avvocati, mediatori culturali e  ‘detenuti’. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno forzato il blocco caricando i manifestanti, si è convenuto che tale incontro sarebbe avvenuto all’interno della struttura aeroportuale. Allo scalo di Fontanarossa, però, di fronte al venir meno dell’impegno gli antirazzisti sono stati costretti a dar vita all’ennesima dimostrazione di protesta.
Il loro intervento non ha impedito che gli ordini di espulsione fossero eseguiti. La giornata si è conclusa, infatti, con l’espulsione.
Guarda il video di Sonia Giardina

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