Tra coloro che si sono recati in queste ultime sere sulle pendici dell’Etna, alcuni hanno aderito all’iniziativa “Etna sotto le stelle” proposta dall’associazione Serra La Nave. Non sappiamo fino a che punto qui abbiano prevalso gli interessi festaioli e gastronomici. Resta il fatto che era prevista anche una visita giudata all’Osservatorio astrofisico di Piano Vetore, che in genere non delude le aspettative dei visitatori.
Molti, però, sono andati in modo autonomo, cercando il punto più adatto per assistere al fenomeno incredibile che continua a ripetersi in questi giorni dell’anno, la pioggia meteorica delle Perseidi, lo sciame di detriti perduto dalla cometa Swift-Tuttle, che attraversa la parte di spazio percorsa in questo momento dalla Terra nel suo moto. Guardando il cielo siamo colpiti dalla luminosità e dalla velocità di questi corpi celesti, in realtà piccolissimi, che bruciano nell’attrito con l’atmosfera.
E’ stato un fatto inaspettato e certo molto positivo, per chi è salito in queste sere sull’Etna, trovarsi a fare parte di un “popolo” molto composito di “piccoli astronomi” dilettanti desiderosi di guardare il cielo. C’erano i quasi professionisti, gli amatori incolti, gli appena informati, tutti unificati, se non altro, dalla scelta di non rimanere a casa, davanti alla TV e al fresco dei condizionatori o sul mare al ritmo dei ballabili e dei caciarosi.
Purtroppo la grande partecipazione ha creato anche qualche difficoltà e qualche delusione. I fari delle automobili, che salivano e scendevano in continuazione, disturbavano coloro che cercavano di osservare il firmamento, più visibile in piena oscurità.
Pochi si erano attrezzati, non solo con un maglioncino, ma anche con una lampada tascabile per allontanarsi dalla strada ed evitare il più possibile l’inquinamento luminoso.
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