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Fiumara d'arte, riaperta la piramide di Staccioli

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Come era stato promesso. Come era stato annunciato. Il 21 giugno, solstizio d’estate, sull’altura di Motta d’Affermo, è stata riaperta la piramide-38° parallelo di Mauro Staccioli, tempio laico e decima pietra preziosa incastonata in quel gioiello che è il museo all’aperto di Fiumara d’arte, voluto dal mecenate Antonio Presti lungo il letto del fiume Tusa.
Inaugurata nell’equinozio di primavera questa maestosa scultura è un tetraedro cavo alto trenta metri, realizzato con centinaia di lastre in acciaio corten, uno speciale materiale che a contatto con l’aria si ossida. Al tramonto i raggi del sole calante tingono di rosso l’acciaio bruno e una lama di luce taglia l’interno della scultura attraverso una fessura sullo spigolo orientato a Nord-Ovest.
Al crepuscolo quando la temperatura del metallo si abbassa, la Piramide fa sentire la sua voce: le sue giunture d’acciaio, rese incandescenti dall’esposizione al sole, risuonano. All’interno della Piramide una spirale di antiche pietre “ferrose”, corrose dal mare prima che le acque si ritirassero dall’altura, ritrovate durante gli scavi di
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sbancamento. “L’ho immaginata come una sorta di ritiro laico – spiega lo scultore Mauro Staccioli – che è poi il senso religioso dell’arte. Mi interessava creare un luogo al tempo stesso universale e particolare che susciti la riflessione sul senso dell’esistere al mondo”.
Performer, musicisti, danzatori; Maria Attanasio, Daniela Thomas, 30 poeti e venti artisti, vestiti di bianco, si sono ritrovati per il rito della luce in un luogo già sacro per eccellenza, l’altura di contrada Belvedere, sullo sfondo le Eolie, in basso gli scavi dell’antica città di Halaesa. “La società ha smarrito dignità e Bellezza – spiega Antonio Presti – Abbiamo perso l’attitudine alla ritualità. Il rito è un momento emozionale ed emozionante, capace di arrivare al cuore di tutti”. Il rito del 21 è stato preceduto da un altro momento di intesa sacralità: “La Notte del Cunto e della Poesia”, che sì è celebrato il 19 giugno al castello Ventimiglia di Castelbuono, appena restaurato. Nelle stanze dell’antico maniero dei Ventimiglia i poeti hanno offerto i loro versi alle centinaia di visitatori arrivati da tutta la Sicilia. Poeti italiani, ma anche stranieri, ognuno con un proprio stile espressivo.

Argo

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