“La storia di Fava è quanto mai attuale: in un momento in cui i giornali e i giornalisti subiscono l’attacco da parte dei poteri forti dello Stato, ci è sembrato giusto dare ancora una volta spazio a chi ha lottato contro le ingiustizie pagando con la propria vita – spiega Luigi Politano –
È lo spirito che anima la collana “Libeccio”, nata da un progetto dell’associazione daSud onlus, insieme con la casa editrice Round Robin: ricostruire una memoria perduta, raccontando storie dimenticate, diffondendo i temi della giustizia e dell’impegno contro le mafie, utilizzando un linguaggio immediato e trasversale“.
Dall’80 all’84. Sono gli anni in cui molti negano ancora la presenza della mafia a Catania, mentre Cosa nostra uccide e traffica con la complicità di alcuni e il silenzio di troppi.
In questa realtà scrivere, denunciare, accusare diventa pericoloso. Si può morire. Muore così Fava, con 5 proiettili mafiosi. E con quell’omicidio si chiude il fumetto. Ferito a morte il giornalista sogna di parlare con Catania, vista come una bella donna. “Ma davvero non sai chi sono Pippo? Tutta la tua vita è piena della passione che mi hai dato, dell’amore che hai sempre provato per me.. Io sono Catania e non ti dimenticherò mai”.
clicca sull’immagine per leggere l’articolo di Adriana Falsone su la Repubblica/Palermo del 4 giugno
articolo di Laura Antonini su l’Espresso: Antimafia a fumetti
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