6000 metri quadri per un miracolo. Quindici capannoni ricchi di fascino che si affacciano su tre corti. E’ un intero isolato, una volta fabbrica di liquirizia, magazzino per la confezione di frutta secca, stalla clandestina e chissà cos’altro, in pieno San Cristoforo-Angeli custodi, che è diventato casa dell’Arte. E’ la sede degli spazi espositivi della Fondazione Brodbeck, voluta, alla fine del 2007, da Paolo Brodbeck, un imprenditore che opera nel campo degli idrotermosanitari. Definizione parziale: Brodbeck è anche una miscela ben riuscita di sangue svizzero e siciliano con una grossa scorta di tenacia, coraggio e generosità. Quanto in questo bagaglio ci sia di elvetico e quanto di siciliano non ci è dato sapere, né ci importa granché. Quel che interessa è che lo scopo della Fondazione è “trasformare l’intera cittadella in un polo di riferimento per l’arte contemporanea“. E questo in un quartiere bollato come “malfamato”. Un progetto, insomma, di arte contemporanea che vuole interagire con il territorio e suggerire un’ipotesi di promozione e di rinascita, di salvezza.
Per adesso del complesso è stata restaurata una piccola parte, una palazzina e un padiglione. Il resto sarà fatto pian pianino, visto che il progetto non si avvale di un solo centesimo pubblico ma può contare soltanto sulla munificenza della famiglia Brodbeck. E sì perché accanto a Paolo Brodbeck , presidente della Fondazione, c’è la figlia Nadia, vicepresidente e braccio destro del padre. Insieme hanno accolto il pubblico, inaugurando gli spazi espositivi nel febbraio del 2009 con le opere di Michael Beutler, artista tedesco emergente e protagonista della prima residenza d’artista. Beutler, è, infatti, vissuto a Catania; ha lavorato con materiali che
Da allora ad oggi ci sono state altre residenze d’artista e, ultimo evento in ordine di tempo, una mostra, curata da Gianluca Collica, che chiuderà i battenti il 17 luglio 2010. E’ la “Collezione Paolo Brodbeck- Pittura italiana 1949/2010” che -scrive Collica- propone una prima selezione di opere che testimoniano l’interesse del collezionista per l’arte italiana ma soprattutto il suo atteggiamento aperto alla qualità della ricerca, piuttosto che alle tendenze effimere”. Si va da Carla Accardi a Piero Dorazio, da Piero Guccione a Renato Guttuso, da Mimmo Paladino a Michelangelo Pistoletto, a Mimmo Rotella a Giulio Turcato. Solo per citarne alcuni. Davvero un miracolo per una città in cui spesso gli imprenditori pensano solo al saccheggio e alla rapina.
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