MOVITI FERMU! Ovvero Piano di mobilità a Catania

MOVITI FERMU! E’ il curioso ossimoro che il nostro dialetto utilizza per intimare a qualcuno di stare fermo dove si trova. Affiora quasi istintivamente quando si leggono i principi a cui si vorrebbero ispirare i nostri amministratori che si stanno occupando di mobilità urbana.
Un paginone su La Sicilia per parlare del Piano sulla mobilità del Comune di Catania.
Magari uno pensa a interventi minimi, ma dettati dal buon senso. Che so: finalmente incrementeranno il numero degli autobus circolanti e – come si usa nei paesi civili – ad ogni fermata vi sarà il cartello con l’orario di passaggio dell’autobus, così chi vorrà lasciare l’auto a casa potrà essere certo di non arrivare in ritardo a scuola o al lavoro.
Ed invece no. Dicono che non è possibile perché c’è troppo traffico. Ma non è invece che, dato il cronico stato debitorio dell’AMT, si rischia di rendere esplicita la scarsa disponibilità dei mezzi a disposizione, vera e unica causa dei tempi biblici che intrecorrono tra un autobus e l’altro?
E allora penso: metteranno le pensiline ad ogni fermata, cosicché le persone che devono aspettare (mia mamma ogni giorno prende l’autobus e mi racconta di traversie quotidiane e attese interminabili anche per fare meno di 2 km) potrebbero almeno sedersi e ripararsi dalla pioggia o dal sole (a seconda delle stagioni).
E invece no. Perchè limitare l’esilarante spettacolo di coloro che aspettano, d’inverno, sotto la pioggia, abbassare l’ombrello sulle gambe per non essere bagnati dall’acqua schizzata dalle auto di passaggio che non ci pensano nemmeno a rallentare?  oppure d’estate, sotto il sole, cercare refrigerio sotto un balcone, magari sul marciapiede opposto e correre non appena si intravvede la sagoma dell’autobus?
Ci potremmo aspettare che si creino piste ciclabili sicure per incrementare l’uso della bicicletta, che oltretutto fa bene alla salute.
E invece no: se uno a Catania si ostina a voler usare la bici, è meglio che prima passi dal notaio per dettare il suo testamento.
Quali invece le lungimiranti proposte?
1. aumentare il costo del biglietto orario di Sostare nel centro storico da 0,70 a 2,50 l’ora, per dissuadere dall’usare l’auto in centro.
2. bloccare gli autobus provinciali all’ingresso in città.
Quali le conseguenze:
1. con la prima proposta, invece di finanziare l’acquisto di nuovi autobus si risana il bilancio di una società privata attraverso l’ennesima vessazione a carico dei contribuenti. E sottolineiamo privata perché le assunzioni di questa società non hanno seguito nessun criterio pubblico o meritorio.
2. con la seconda proposta si costringeranno i ragazzi e i lavoratori pendolari che quotidianamente utilizzano gli autobus per venire a studiare o a lavorare in città a prendere più mezzi urbani, rendendo sicuramente più disagevoli i loro spostamenti, senza con questo garantire maggiormente la certezza degli orari di arrivo.
E allora, caro amministratore pubblico esperto di mobilità, se è così, sai che ti dico: LEVICI MANU!!!

Argo

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