Giovambattista Tona, giudice per le indagini preliminari a Caltanissetta, avrebbe dovuto essere colpito all’indomani della sentenza del processo Genesis, contro il clan Emmanuello protagonista della guerra di mafia che insanguinò Gela negli anni Novanta. Da allora, accanto a sé, Tona si è trovato, però, tanti amici, a Caltanissetta come a Palermo; gli stessi che sono scesi in piazza per difendere tutti i magistrati che lottano contro la mafia.
Come Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, rispettivamente procuratore aggiunto e sostituto procuratore della Dda di Palermo. Ingroia e Di Matteo sono oggetto di gravi intimidazioni da quando conducono indagini sulle relazioni esterne di Cosa nostra e si sono imbattuti nelle rivelazioni di Massimo Ciancimino e nelle sue denunce di collusioni Stato-mafia.
Accanto ai ragazzi della Scorta civica anche Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato in via D’Amelio e il suo gruppo delle “Agende rosse”, e poi studenti e cittadini di Caltanissetta, Palermo e Catania. Dal palazzo sono scesi ad incontrarli proprio l’aggiunto Ingroia, e i sostituti Di Matteo, Paci, Del Bene. Sì, davvero, quei magistrati non sono soli.
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