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"Allonsanfan" e Orioles, geniale giornalista antimafia


E’ testardo ed è ottimista. Un inguaribile ottimista. Nonostante tutto. Lui il bicchiere si ostina a vederlo tutto pieno anche quando è vuoto del tutto. E caparbiamente persegue l’obiettivo di un giornale che sia “anche una scuola e un movimento” ma mai un partito. Parliamo di Riccardo Orioles, che il 14 novembre ha presentato il suo libro a Catania, nella sede del Gapa, in pieno San Cristoforo.
Il titolo è Allonsanfan. E racconta per flash, storie, fatti, incontri, scontri, tragedie. Ed ancora scoperte, suggerimenti, riflessioni. Squarci attraverso i quali “ripassare” la Storia e la cronaca e sbirciare dentro la sua vita di giornalista disinteressato e generoso all’estremo.
Orioles giornalista nasce negli anni settanta con le prime radio libere; lavora poi al “Giornale del sud” diretto da Pippo Fava; e con quest’ultimo successivamente fonda “I Siciliani” . E’ tra i fondatori anche del settimanale Avvenimenti del quale è caporedattore. Dal 2006 al 2008 crea il mensile Casablanca e attualmente si dedica al giornale “U cuntu”. Da dieci anni diffonde una e-zine, una rivista elettronica periodica, distribuita per mezzo dell’e-mail, la Catena di San Libero.
Sulla quarta di copertina Riccardo si presenta così: “Sessantottino, annoiato, cerco una direzione, esamino proposte professionali, astenersi berluscosi”. Nel risvolto di copertina lo descrivono, invece, così. “Mettete un giornalista geniale e irregolare dentro le vicende più incandescenti degli ultimi decenni, nella Sicilia che vive le tragedie della mafia e le farse del potere. E poi nell’Italia che passa da prima a seconda Repubblica e che si divide come in un derby impazzito sui giudici e sulla legalità. O che scopre il razzismo nella sua pancia ormai benestante. E chiedetegli di testimoniare il suo tempo, di dar conto delle rivolte dei preti e di ragazzi e di operai… E avrete questo avvincente, originalissimo affresco che si srotola come una sorpresa continua, raccontando come raramente li avete sentiti raccontare gli ultimi trent’anni di storia italiana.”

Argo

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