Categories: ChiesaCultura

Lettera aperta al sovrintendente del Teatro Bellini

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro Antonio,
ti prego, togli la croce dalla facciata del Teatro Bellini!
Non so cosa ne pensano preti e vescovi della tua iniziativa, come dell’altra di consacrare il teatro alla Madonna, ma, conoscendo l’humour clericale, credo che, sotto i baffi, si stiano facendo una bella risata; e anche Cristo, dall’alto dei cieli, vedendosi appeso fra Violetta e Norma stia sussurrando. “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno“.
La croce, caro Antonio, non si appende alle pareti; i cristiani sanno che si carica sulle proprie spalle per incamminarsi con essa dietro Gesù Cristo. Il Vangelo è una cosa seria. Un luogo come un teatro, a prescindere da ciò che accade all’interno delle sue mura non è il più adatto per metterne in evidenza le esigenze.
Il Crocifisso è il simbolo della fede. Non è un simbolo culturale o un collante di identità etniche e nazionali. Ridurlo a questo vuol dire depauperarlo, svuotarlo, impoverirlo di significato; ed è quello che è esattamente avvenuto: abbiamo aule scolastiche e aule di tribunali piene di crocifissi appesi al muro e vuote di cristiani, veri ed autentici…
Per favore, togli Cristo dai muri del teatro! Credimi! Non è a suo agio!
Con cordialità!
Salvatore Resca,  vice parroco dei Santi Pietro e Paolo, Via Siena, 1 Catania
Catania, 5 novembre 2009

Argo

View Comments

  • ALLA CORTESE ATTENZIONE
    DELLA REDAZIONE
    con preghiera di pubblicazione
    COMUNITA’ PARROCCHIALE
    “SANTI PIETRO E PAOLO”
    VIA SIENA, 1, 95128
    CATANIA. Tel: 095431949
    Con gioia e commozione abbiamo saputo della decisione approvata lunedì 30 novembre, quasi all’unanimità, dal Consiglio comunale di Catania, con ben tre ordini del giorno, di “esporre la croce nell’aula consiliare e in tutti i locali della municipalità aperti al pubblico”.
    Non solo appoggiamo entusiasticamente l’iniziativa ma suggeriamo qualcosa di più: mettiamo nell’aula comunale e in tutti gli uffici pubblici accanto al Crocifisso, da un lato un bel ritratto di Sant’Agata, dall’altro un’immagine del papa!
    Sarà così pienamente assicurata la nostra identità catanese e cattolica, nonché la piena ortodossia della fede.
    Spero vogliate permetterci di desiderare anche di andare oltre.
    Perché non nominare un cappellano stabile per la Giunta e il Consiglio comunale che benedica l’inizio delle sedute? E perché non iniziare le sedute con una preghiera comune?
    L’intervento dall’alto sarebbe assicurato!
    Perché solo un intervento dall’alto può risollevare la classe politica che ci governa e le deplorevoli condizioni di questa nostra sventurata città!
    Catania, 1 dicembre 2009
    Sac. Salvatore Resca
    Vice parroco della chiesa dei santi Pietro e Paolo
    Insieme ad un gruppo di parrocchiani
    095/502230; 3683387539; sresca@tiscali.it
    P.S.: Nei locali della parrocchia si raccolgono firme per appoggiare l’iniziativa.

Recent Posts

Autonomia differenziata, la vittoria del ‘particulare’

Cosa pensano Isaia Sales e Alfio Mannino dell’autonomia differenziata o secessione delle regioni più ricche?…

23 ore ago

La scuola va alla guerra, educhiamo alla pace.

Mentre dai campus degli Stati Uniti alle università di tante parti del mondo cresce la…

3 giorni ago

C’era una volta … la neve sull’Etna. Un video del 1938

Il tono è quello enfatico e declamatorio tipico del film Luce e sono altisonanti le…

4 giorni ago

Corso Martiri, ecco il testo della proroga della convenzione, finora inaccessibile. Ma il Comune cosa intende fare?

Era forse ambizione del sindaco Trantino passare alla storia come colui che ha risanato la…

6 giorni ago

Gaza e il diritto internazionale, crimini di guerra, contro l’umanità o genocidio?

Una lunghissima fila di grossi camion carichi di merce attende di essere controllata prima di…

1 settimana ago

Ponte di Messina travolto da bugie e approssimazioni

3660 metri di lunghezza, una campata sospesa di 3.300 metri, piloni alti 400 metri, un…

1 settimana ago