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Il gran Lombardo?

Tratto daL’ex ideologo di Lombardo: lui, un tattico assetato di potere, di Giuseppe Oddo, in Il Sole 24 Ore del 2/10/2009

Il professor Elio Rossitto

Il signore sì che se ne intende! Chi meglio di uno stretto collaboratore può schizzare il ritratto di un capo? E’ quanto fa Elio Rossitto, ex PCI, già consulente economico di Rino Nicolosi e, da ultimo, ex ideologo della prima ora dell’MPA, del governatore Lombardo, in un’intervista rilasciata a G. Oddo.
Ne viene fuori un quadro raggelante dell’attuale classe politica siciliana e di Raffaele Lombardo in particolare, ma non particolarmente sorprendente per chi ne ha seguito attentamente le mosse, e ne ha intuito la cultura politica che vi è sottesa, da quando è uscito dall’Udc per fondare l’Mpa.
Rossitto lo dichiara con estrema nettezza: si tratta di uno straordinario tatticista il cui unico scopo è la gestione del potere in una concezione assolutistica, passando per la paralisi dei sistemi di potere dei suoi avversari – Schifani, Alfano, Firrarello – del Pdl.
Naturalmente, a sua volta, per governare (si fa per dire) questo processo ha dovuto creare un movimento personale che Rossitto non esita a definire “un manipolo organizzato, senza un ceto dirigente”.
Lo strumento scelto è, a suo modo, geniale anche se solo apparentemente sorprendente: non fare leggi che comportino spesa. Per amministrare infatti dovrebbe avere “il consenso degli altri e per avere il consenso deve condividere il potere” perché “nel Sud le leggi sono spartizione di risorse e la spartizione prevede la condivisione sistemica, che Lombardo aborrisce”.
Con questo metodo riesce a tenere sotto scacco perfino Berlusconi, con la minaccia di andare ad elezioni anticipate, e può addiruttura a spacciarsi per un politico provvido perché risparmia e non appesantisce il debito della Regione, e prudente, perché non alimenta la corruzione.
Anche la minaccia di un Partito del sud va quindi letta in questo quadro: Lombardo sa bene il Sud può rivendicare finché vuole, ma poi i soldi chi glieli dà? Il giudizio di Rossitto su questo progetto non lascia scampo: “il partito del Sud è un’armata brancaleone, una federazione di movimenti ognuno con il proprio clan, una lotta tribale tra fazioni“.
Si tratta però di un tatticismo fine a se stesso e le conseguenze, ancora una volta, sono amarissime per i siciliani: l’immobilità amministrativa ma soprattutto, al di là di un vago e manieristico meridionalismo rivendicazionista, l’assoluta inutilità  di elaborare un progetto di riforme vere per lo sviluppo. In altri termini: cancellare il futuro.
Poveri i nostri figli!
NB: l’articolo è stato riportato integralmente su Il dito del 14.10.2009, nella rubrica Penne in affitto. Sullo stesso argomento si può leggere pure: Sicilianismo da bere di Giovanni Abbagnato in A Sud’Europa, Anno 3, n. 35 del 12 ottobre 2009, pp. 12-13.

Argo

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