Non c’è solo Berlusconi a voler mettere il bavaglio ai giornalisti. Ci sono anche i mafiosi e sono espliciti: “O taci o ti ammazzo”.
Vittima della minaccia è José Trovato, collaboratore del Giornale di Sicilia da Leonforte, in provincia di Enna. A volere la sua morte è un mafioso della sua stessa città, detenuto nel carcere di Caltanissetta, con una condanna non definitiva all’ergastolo per duplice omicidio. La colpa del giornalista è quella di avere dato notizia delle condanne del boss per l’assassinio di un pregiudicato suo rivale e della fidanzata che lo accompagnava. Per fortuna altri detenuti hanno confidato i propositi del mafioso ai magistrati.
Il fatto è accaduto in febbraio ma solo adesso è stato rivelato da Trovato al comitato di redazione del giornale per il quale scrive e a Ossigeno per l’informazione, l’Osservatorio sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate, promosso dalla Federazione nazionale della stampa e dell’Ordine dei giornalisti. Trovato ha parlato quando le minacce sono state reiterate ed estese anche ai suoi cari.
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