Non è solo un problema calabrese quello del ritrovamento del relitto, probabilmente carico di rifiuti tossici e radioattivi, al
Legambiente fa presente, inoltre, di aver raccolto una documentazione su misteriose sparizioni di navi che non avevano fatto alcuna richiesta di soccorso e i cui equipaggi si erano stranamente volatilizzati. E di volerla mettere a disposizione della magistratura.
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Analoga attenzione a questa problematica è stata riservata dal WWF, che sin dal 1997 denuncia il legame esistente tra il traffico illecito di rifiuti pericolosi e la criminalità organizzata. Dal WWF sono partite anche specifiche richieste, come quella (al Ministro dell’Interno) di intervenire per far cessare i traffici illeciti dell’ Oceanic Disposal Management Inc. – ODM (società nata per lo smaltimento nei fondali oceanici di “siluri radioattivi”) e di verificare il ruolo della criminalità organizzata nella specifica gestione del traffico illecito via mare di rifiuti radioattivi e dell’ intreccio di quest’ultimo con il traffico d’armi. Su questa spinosa questione stava indagando, prima del suo assassinio, la giornalista Ilaria Alpi. Non a caso anche la vicenda della morte di Alpi e del suo operatore Miran Hrovatinil è citata tra le 10 domande che WWF ha posto a varie Commissioni Parlamentari (sul ciclo dei rifiuti, sui servizi di informazione e sicurezza, …) senza ricevere, da ben 10 anni, nessuna risposta. Altro che Papi…
Nella terza domanda si richiede esplicitamente di compiere “un’ indagine nelle acque territoriali italiane per individuare i relitti delle “navi a perdere” e metterle in sicurezza, procedendo laddove possibile alla bonifica del relitto/zona contaminata”. Puoi leggere il testo integrale delle 10 domande
La presenza di rifiuti illeciti radioattivi in Calabria, del resto, è stata di recente segnalata non solo in mare, ma anche in una collina nei pressi di Amantea, in provincia di Cosenza. (Vedi l’articolo di Riccardo Bocca sull’Espresso del 20 Agosto) Ecco perchè su WWF.it è da giorni attiva una petizione al Presidente del Consiglio per chiedere di approfondire le ricerche su quest’area e soprattutto per avviare al più presto le operazioni di bonifica.
La diffusione di tumori, leucemie e altre gravi malattie in località in cui sono segnalate scorie radioattive ripropone la necessità di riflettere in modo più attento sulle scelte energetiche e in particolare sui rischi del nucleare. E anche questo è un problema che riguarda molto da vicino la Sicilia e noi siciliani.
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