Per una volta non si tratta di un cantiere improvvisamente aperto in una strada molto frequentata, per la gioia e la delizia degli automobilisti catanesi, ma di una iniziativa nel campo dell’informazione locale che rappresenta una piccola ma significativa novità e che salutiamo con viva soddisfazione.
‘Lavori in corso’ è infatti il nome che si sono dati,riunendosi in associazione, un gruppo di giornali on line che, dopo un’assemblea tenuta il 5 gennaio – anniversario dell’uccisione di G. Fava – hanno deciso di iniziare un percorso di formazione e confronto, con l’intento di “lavorare insieme per creare professionalità e strumenti capaci di infrangere il monopolio della disinformazione”.
Si tratta di testate di varia natura: due, La periferica e I cordai, sono nati dalla presenza di gruppi di volontariato e di sensibilizzazione sociale attivi rispettivamente a Librino e a San Cristoforo; una, Step1, è la vivace espressione degli studenti della Facoltà di lingue dell’Università; Catanianotizie è un tentativo di informazione generalista, ma non generica; vi è poi il gradevole e utile blog 095; l’ultima, Ucuntu, è l’ennesima iniziativa di Riccardo Orioles e ha funzionato un po’ da catalizzatore di tutta la rete.
Testate di varia natura ma tenute assieme da una realtà già in atto e da un progetto comune: dare corpo e voce ad un movimento dal basso che, in forme diversificate e al di fuori dei tradizionali canali politici, sta cercando di ricostruire una presenza, soprattutto nei quartieri popolari, capace di rappresentare i reali interessi dei cittadini, contrastando una pratica clientelare di chi invece si limita a strumentalizzarli; tentare di intaccare concretamente un monopolio che aggroviglia informazione, affari e cattiva politica generando un coktail da ‘repubblica delle banane’.
 Il primo prodotto di questo progetto è la pubblicazione di una corposa inchiesta, Munnizzopoli, che tenta di indagare nell’intreccio fra raccolta e smaltimento dei rifiuti, politica e interessi privati.
Vi si ricostruisce, con ricchezza di dati e informazioni, la storia del famigerato ATO 3 Simeto Ambiente, impresa che, oltre a raccogliere spazzatura, è capace di produrre nell’ordine: un consistente numero di poltrone per consiglieri d’amministrazione e debiti a palate ; si rendono noti gli assetti proprietari delle ditte che operano per suo conto; si raccontano le difficoltà di chi tenta di fare seriamente il riciclo mentre si progettano costosi e velenosi inceneritori, i quali oltre  a produrre seri danni ambientali manderanno in fumo materiali (rifiuti organici soprattutto, ma anche carta, vetro, legno, plastica, etc.) che altrove invece producono utili puliti.
Uno strumento di informazione ma anche di lavoro, dunque, serio e ben documentato, primo segno di come l’unione di più esperienze convergenti possa produrre risultati efficaci e ben superiori alla semplice somma della forza dei singoli.
E’ un’iniziativa che seguiremo con attenzione e simpatia.

Argo

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