La Rete delle Associazioni a Librino chiede una "Casa comune"

Tratto da: La Periferica, 3/01/09
Le Istituzioni individuino presto una “Casa delle Associazioni” a Librino, una struttura funzionale da assegnare alla Rete delle Associazioni, un organismo che raccoglie una ventina delle realtà di volontariato a Librino, formatosi ad Ottobre e presentato in occasione della mostra di Urbanistica nel quartiere. A chiederlo è l’Associazione culturale Oltre la Periferica, promotrice della Rete delle Associazioni ed editore del mensile del quartiere “La Periferica”.
“Nell’ultima riunione della Rete delle Associazioni si è espresso il desiderio di lavorare insieme in una struttura cogestita dalle realtà di volontariato nel territorio” – dichiara Massimiliano Nicosia, presidente di Oltre la Periferica – “Le istituzioni ripetono spesso che i cittadini devono farsi promotori del proprio territorio, questa è un’occasione per dimostrare se esiste una volontà politica concreta di sostenere le iniziative dal basso a Librino o ancora una volta si tratta solo di vuote parole di propaganda verso questo quartiere. Ci sono spazi importanti a Librino – aggiunge Massimiliano Nicosia – che potrebbero essere destinati a tale scopo come la Masseria Bonajuto, attualmente gestita dall’Università di Catania, o Villa Fazio, che opportunamente ristrutturata e messa in funzione consentirebbe anche l’utilizzo dei campi per le associazioni sportive.”
Sono molte le realtà di volontariato e organizzazioni non-profit che operano a Librino con estrema povertà di mezzi, parecchie di queste però non dispongono di una sede stabile per le loro attività sociali e spesso devono scegliere tra chiudere i battenti o dover prendere in affitto dei locali, la copertura delle spese di affitto tuttavia andrebbe alla fine necessariamente a gravare sugli iscritti escludendo in tal modo proprio le classi più svantaggiate del territorio. La proposta di istituire una Casa della Associazioni permetterebbe invece di abbattere i costi, distribuendo tra tutta la rete quelli di gestione ordinaria, ma soprattutto consentirebbe alle associazioni una maggiore interazione e programmazione e quindi in definitiva un intervento più incisivo nel territorio.

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