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Tempo di bilanci: la pagella sulla qualità della vita a Catania (parte prima)

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Solo tre settimane per scivolare dalla 60° alla 96° posizione. Tanti sono i giorni trascorsi dalla pubblicazione della pagella di Italia Oggi a quella redatta da Il Sole 24 Ore.

Entrambi sono rapporti metodologicamente validi, che utilizzano però indicatori diversi. Poiché la differenza di posizione è rilevante, crediamo opportuno analizzare nel dettaglio i risultati, prendendo in esame dapprima il rapporto di Italia Oggi, ripreso, all’indomani della pubblicazione, dall’ex Sindaco di Catania Scapagnini, il quale ha scritto alla Sicilia una appassionata e calorosa lettera per attribuirsi parte del merito sul miglioramento di posizione registrato negli ultimi anni e per criticare chi, invece, si ostina a vedere tutto negativo.

Prendendo ad esempio l’ex sindaco, che mostra di aver letto con attenzione il rapporto per i riferimenti precisi alle aree e agli indicatori, abbiamo deciso di fare altrettanto e di confrontare i dati con quelli degli anni passati, fino al 2000 (primo rapporto visionabile sul sito di Italia Oggi).

Dalla prima tabella sulla Qualità della vita si evince che la posizione di Catania dal 2000 al 2006 è stata pressocché stabile (purtroppo sempre tra le ultime 10). Fanno eccezione le posizioni nel 2007 (75°) e nel 2008 (60°), per comprendere le quali è necessario analizzare le 8 aree che determinano la posizione generale.

AFFARI E LAVORO (94°)

Nell’area Affari e Lavoro la posizione di Catania è sempre agli ultimi posti e pressoché stabile, quindi il miglioramento non è stato determinato dagli indicatori di questa area:

fallimenti imprese (50°)

tasso di occupazione (96°)

tasso di disoccupazione (94°)

importo medio dei protesti (74°)

ecc.

nei confronti dei quali l’azione dell’Amministrazione comunale è rilevante in maniera indiretta per quanto concerne le infrastrutture e le autorizzazioni, in maniera diretta sul versante della spesa.

Le posizioni tra parentesi si riferiscono alla rilevazione del 2008.

AMBIENTE (94°)

Anche nell’area Ambiente gli indicatori fanno registrare una pessima posizione (sempre fra le ultime 10 province). Ma in quest’area la responsabilità dell’Ente Locale è rilevante, perché gli indicatori sono influenzati anche dall’azione amministrativa locale:

concentrazione di biossido d’azoto (78°)

concentrazione di PM10 (30°, forse grazie al vento)

concentrazione di nitrati nelle acque (70°)

autovetture circolanti (93°)

isole pedonali (77°)

piste ciclabili (87°)

zone a traffico limitato (68°)

verde pubblico (70°)

depurazione acque reflue (97°)

uso trasporto pubblico (78°)

raccolta differenziata rifiuti solidi urbani (99°)

ecc.

CRIMINALITA’ (75°)

Sembrerebbe che la situazione dell’ordine pubblico sia migliore (o meno peggiore delle due aree precedenti). Purtroppo, analizzando i dati nel concreto, si evince una situazione drammatica sugli indicatori di maggior allarme sociale:

rapine in banche e uffici postali (103°, ovvero ultima)

rapine (101°)

sequestri di persona (102°)

estorsioni (96°)

tentati omicidi (96°)

reati contro il patrimonio (95°)

omicidi dolosi (95°)

scippi e borseggi (88°)

prostituzione (83°).

Se, invece, diamo uno sguardo agli indicatori dove la posizione di Catania è migliore, ci si chiede se è determinata anche dalla sfiducia di chi non presenta neanche la denuncia (furti di appartamento) o dalla scarsa azione repressiva (reati connessi allo spaccio):

omicidi colposi (16°)

lesioni dolose (19°)

reati connessi allo spaccio (24°)

violenze sessuali (28°)

furti di appartamento (41°)

Truffe (48°)

DISAGIO SOCIALE E PERSONALE (20°)

A considerare la posizione siamo contenti di essere tra le prime venti province nell’area Disagio sociale e personale. Ma questo vuol dire che a Catania vi è poco disagio sociale e personale? Entriamo nel merito degli indicatori:

Disabili x 1000 residenti (1°)

Infortuni sul lavoro (15°)

Morti per tumore (21°)

Divorzi e separazioni (30°)

Tentativi di suicidio (34°)

Suicidi (34°)

Minori denunciati (88°)

Disoccupazione giovanile (95°)

Salta subito agli occhi la prima posizione in merito ai disabili: la provincia con minor numero di disabili. Ci si chiede qual è la fonte di rilevazione e quali indicatori sono utilizzati. Perché è vero che raramente si vedono disabili in giro, ma siamo convinti che spesso non vanno in giro per le barriere architettoniche, perché spesso il tempo libero è occupato da interminabili terapie riabilitative presso i centri autorizzati e per un irrazionale e arcaico senso di vergogna di alcuni familiari a muoversi in città con accanto un soggetto diversamente abile.

Anche il dato relativo agli infortuni sul lavoro fa sorgere qualche perplessità: accadono meno incidenti perché vi sono meno denunce o perché c’è meno occupazione o perché vi sono controlli più efficaci?

Non vorremmo che il Senatore Scapagnini dica anche di noi che massacriamo l’immagine della città, ma i dati relativi ai minori denunciati e alla disoccupazione giovanile ci sembrano più rispondenti, purtroppo, a dare un’idea del disagio sociale e personale. Area, sulla cui posizione (dubbia metodologicamente) l’amministrazione comunale comunque rimane assolutamente ininfluente.

POPOLAZIONE (17°)

Indiscutibile il miglioramento in questi 9 anni dell’area relativa alla popolazione (da 47° a 17°). Ma anche in questo caso, entrando nel dettaglio degli indicatori, rileviamo la scarsa incidenza dell’azione amministrativa comunale:

Densità demografica (85°)

Emigrati per 1000 residenti (60°)

Morti per 1000 residenti (25°)

Immigrati per residenti (70°)

Nati vivi ogni 1000 residenti (10°)

Numero medio componenti famiglia (35°)

SERVIZI (16°)

Anche per l’area dei Servizi il miglioramento è inequivocabile, ma non ci sentiamo “uccello del malaugurio” se affermiamo che gli indicatori possono essere più espressione di altre variabili.
Posti letto per 1000 abitanti (36°)
Medici ospedalieri per 100 posti letto (14°)
Sistemi monitoraggio dell’aria (27°)
Numero sportelli bancari (87°)
Numero operazioni phone banking (72°)
Numero medio studenti per classe (71°)
Numero professori per 100 studenti (27°)
Numero studenti s. superiore ogni 1000 abitanti (19°)
ecc

Relativamente all’area sanitaria, i giornali ci informano che la Regione sta mettendo a punto un piano di rientro che comporta la soppressione di diversi presidi ospedalieri. Pertanto le posizioni relative ai posti letto (in esubero) e al numero di medici (che non vuol dire buona sanità) non dimostrano buona qualità dei servizi.
Scarsamente influente anche il numero di sportelli bancari o operazioni phone banking.
Interessante il dato relativo alla scuola che ci vede alla 71° posizione riguardo al numero di studenti per classe, ma alla 27° posizione se consideriamo il numero di insegnanti per 100 studenti. Considerato che le materie ancora sono pressoché uguali su tutto il territorio nazionale ci si chiede: cosa fanno gli insegnanti che non hanno classi?
Non ci sembra ridondante ripetere che anche per l’area Servizi l’Amministrazione comunale è quasi del tutto ininfluente.

Non ci sentiamo di infierire ancora analizzando le utile due aree Tempo libero (55°) e Tenore di vita (95°), dove nel primo abbiamo guadagnato posizione spendendo di più, visto che gli indicatori sono relativi alla spesa (spesa per spettacoli teatrali, musicali e per trattenimenti vari, numero di sale cinematografiche, numero di librerie, numero di palestre), mentre nel secondo (Tenore di vita) abbiamo perso 19 posizioni. E si vede!!!

Nella seconda parte (di prossima pubblicazione) si prenderà in esame il rapporto de Il Sole 24 Ore e si confronterà con quello di Italia Oggi.


Leggi la lettera di Scapagnini a LaSicilia: step_081209_scapagnini

Leggi i Rapporti sulla qualità della vita di Italia Oggi:

qualitavita_2008 qualitavita_2007 qualitavita_2006 qualitavita_2005 qualitavita_2004

qualitavita_2003 qualitavita_2002 qualitavita_2001 qualitavita_2000

 

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