Volontariato, fiore all'occhiello delle istituzioni

Le istituzioni tengono conto del volontariato solo come fiore all’occhiello. Non lo valorizzano, non lo premiano, non gli danno visibilità né riconoscimenti.
Una conferma di ciò è venuta il 5 dicembre scorso all’Hotel Nettuno quando è stato presentato il bilancio sociale delle AUSL 1 di Agrigento e 3 di Catania, con il nuovo modello di rendiconto nella sua “dimensione valoriale ed etica”. C’erano tutti, responsabili di reparti ospedalieri, proprietari di cliniche convenzionate, medici, politici e naturalmente anche rappresentanti del volontariato.
Apre i lavori Raffaele Lombardo, presidente della Regione, fiero e soddisfatto dei risultati raggiunti.
Stampa e tv locali riportano fedelmente tutto …o quasi. Ignorano, infatti, la relazione della volontaria dell’Associazione centro Astalli, chiamata a rappresentare una delle categorie svantaggiate citate nel bilancio sociale: gli extracomunitari.
La volontaria denuncia l’esclusione delle associazioni di volontariato dalle attività di ricerca sull’ospedalizzazione degli stranieri, dalla raccolta dei dati epidemiologici sull’utenza straniera nella provincia di Catania, dagli incontri formativi-informativi per operatori sanitari e operatori sociali. Nel documento si parla, infatti, di 12 incontri di coordinamento con associazioni di volontariato. Da capire come mai ne sia stato escluso il centro Astalli coni suoi 6.000 tesserati e le sue 700 prestazioni ambulatoriali l’anno, contro le 2.500 di tutta l’Azienda USL 3 !!!
Persino sulle buone notizie c’è un’ombra: l’ambulatorio di psichiatria transculturale è stato ripristinato senza, però, che ne venisse informato lo stesso Centro Astalli che ne aveva deprecato la soppressione.
Contraltare di queste carenze la costosissima veste tipografica dell’opuscolo del bilancio, carta patinata, copertina plastificata e quadricromia.
“Tutto ciò – dice Elvira Jovino, volontaria del centro Astalli – denota una cattiva e superficiale conoscenza del fenomeno e una cattiva amministrazione dei soldi pubblici”.

mariagrazia

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